Zanetti, Champions obiettivo possibile
L’interista più presente nei derby. Basterebbe questo record, ultimo di tanti, per descrivere l’importanza di Javier Zanetti nella storia nerazzurra. A tre giorni da Natale il capitano dell’Inter ha giocato la quarantasettesima partita contro il Milan. La prima nel ’95, pochi mesi dopo il passaggio dal Banfield all’Inter comunicatogli da Passarella, altro ex interista allora ct dell’Argentina. Un fax che gli ha cambiato la vita. Diciotto anni dopo Zanetti è la chioccia di una squadra in fase di ricostruzione e ha pubblicato un libro, ”Giocare da uomo”, in cui racconta la vita di un professionista esemplare. La carriera da calciatore gli ha permesso di realizzare i sogni cullati da bambino e di conoscere personaggi del calibro di Nelson Mandela, morto lo scorso 5 dicembre, e degli ultimi tre pontefici. Ora Zanetti è indeciso se dare un seguito ulteriore alla storia da giocatore o se scrivere l’ultima pagina e aprire un libro diverso.
– Cosa farai una volta lasciato il calcio giocato? ”Credo farò il dirigente e non l’allenatore, perché anche se ho grande esperienza direi che con i ritiri ho dato abbastanza in questi vent’anni”.
– Sei arrivato a Milano nell’anno in cui Moratti ha acquistato la società. Il fatto che non sia più presidente influirà nelle tue scelte a fine stagione? ”Tutti conosciamo il mio legame con il presidente, ma questo non peserà sulla mia scelta. Voglio finire al meglio la stagione e vedremo con la società cosa sarà meglio fare. Il mio desiderio è continuare in questa grande famiglia”.
– Hai mai parlato con Moratti del modo in cui ti ha scelto nel ’95? ”Lui aveva questa video-cassetta e gli avevano segnalato Rambert e Ortega. Dopo 5′ ha chiamato i dirigenti dell’Inter presenti in Argentina per dirgli di acquistarmi. Per fortuna in quella partita ho giocato bene!”.
– Come è andato il primo incontro con Thohir? ”E’ stato molto ‘familiare’. Ha idee ben precise, speriamo di poter fare grandi cose insieme a lui”.
– Arrivare in Champions League è un obiettivo possibile? ”Sì perché il campionato è equilibrato e mancano tante gare. A Napoli non ho visto una grande differenza tra le due squadre”. – Pensi ancora al Mondiale? ”Arrivasse una chiamata sarei felicissimo, ma ho grande rispetto per chi ha giocato le qualificazioni”.
– Hai saputo del trasferimento all’Inter al termine di una gara con la nazionale. Cosa ti ha detto Passarella, allora ct, quando ti ha comunicato la notizia? ”Ricordo che ero in Sudafrica per un’amichevole. Mentre riposavo in camera Passarella mi ha chiamato nel suo ufficio per farmi vedere un fax in cui c’era la comunicazione del mio trasferimento dal Banfield all’Inter. Non ci potevo credere. Quel giorno, tra l’altro, ho conosciuto Nelson Mandela”.
– Che ricordo hai del leader sudafricano? ”Eravamo molto giovani, vedere un personaggio così è stato un bellissimo momento. Ci ha salutato e consegnato una medaglia”.
– Di recente hai avuto modo di incontrare anche Papa Francesco. ”Una grande emozione, il Papa ha un modo di essere molto vicino alla gente. Ho avuto la fortuna di incontrare anche Benedetto XVI e prima di lui Giovanni Paolo II nel ’96. Fece una messa alle 7 del mattino solo per i calciatori argentini che giocavano in Italia”.
– Quali sono i tuoi hobby? ”Anche se ho due ristoranti non sono molto bravo ai fornelli. Quando sono a casa mi piace stare con i miei tre bambini. Sarei felice se uno di loro diventasse calciatore, ma è giusto che facciano quel che piace a loro. Sarei comunque il loro primo tifoso”.