Tutti in Piazza a Napoli: stop al degrado ambientale

Manifestazione No Biocidio Napoli 16 novembre

Nel pomeriggio di oggi. Napoli è la città protagonista di un corteo che vedrà riunite tutte le realtà della “Terra dei fuochi” che si stanno opponendo da anni al “vero e proprio ecocidio che si sta consumando alla luce del sole tra le province di Napoli e Caserta”. Egidio Giordano, della Rete Commons, che riunisce tutti comitati per i beni comuni delle provincie campane, spiega le ragioni della mobilitazione.

“Sabato 16 novembre scenderanno in piazza una rete di comitati frutto di tante battaglie nel nostro territorio. Ci saremo tutti: da chi si è opposto alla criminalità organizzata, a chi ha denunciato la speculazione sull’emergenza rifiuti. E’ un momento di maturità enorme da parte della cittadinanza: finalmente la gente si è resa conto delle collusioni tra Stato e criminalità organizzata in Campania e ha deciso di reagire, organizzandosi. Alla base c’è una classe imprenditoriale che nel nome del profitto e per ridurre i costi ha deciso di accordarsi con la camorra. Le istituzioni non solo non hanno reagito ma spesso sono state parte integrante di questa unione”.

Le ragioni del corteo riguardano anche il diritto alla salute dei cittadini. Che tipo di impatto ha sulla gente di queste zone quello che voi avete definito Biocidio?

“L’impatto sulla salute è notevolissimo, anche se molti continuano a negarlo. Pochi giorni fa il Ministro Lorenzin ha detto che la bassa aspettativa di vita di noi campani dipende dal nostro stile di vita. Intanto dall’estero arrivavano degli studi, portati avanti da istituti di ricerca, che definivano la campania un ‘laboratorio di cancerogenesi’. Siamo consapevoli che l’inquinamento crea danni alla nostra salute ma ci rendiamo anche conto che spesso, per far passare questa consapevolezza e convincere chi continua a negare tutto ciò, dobbiamo portare avanti la nostra battaglia, le nostre mobilitazioni. Come è successo con i lavoratori che hanno denunciato i danni della polvere di amianto: con tempo e determinazione anche chi lo negava ha dovuto ammettere la pericolosità di questa sostanza, come causa del mesotelioma pleurico”.

In occasione del corteo avete lanciato un hashtag, #fiumeinpiena. Che significa esattamente?

“Abbiamo scelto quest’espressione perché il nostro sarà un corteo in cui convergeranno tante esperienze diverse. La nostra è una piattaforma di rivendicazione. Siamo contro questo modello di sviluppo che condanna la salute dei cittadini, portando tumori e tagliando i servizi alla sanità. Quello che ci è stato dato finora è stato solo il biocidio. Ma sappiamo anche quale è la soluzione: un nuovo modello di sviluppo, che preveda l’investimento di fondi pubblici per bonifiche. Questi finanziamenti devono essere gestiti dal basso, dalla stessa popolazione, che in questi anni ha subito le conseguenze delle scelte istituzionali colluse con la malavita”

La vostra è una proposta diretta alle istituzioni?

“Il problema non è il dialogo con le istituzioni perché queste spesso si sono dimostrate connesse alla criminalità organizzata. Il nostro modello vuole essere protagonista per una soluzione valida e davvero democratica contro l’ecocidio che la Campania sta subendo. Anche perché noi che viviamo queste zone non vogliamo andarcene dalle nostre case e dalla nostra terra. Finora le istituzioni ci hanno condannato alla fuga, mettendo a rischio continuo la nostra salute: noi invece rimaniamo e vogliamo cambiare la Campania”.

Sempre sabato 16 ci sarà la manifestazione Notav a Susa. Siete solidali con le ragioni di questo movimento?

“Notav e No Biocidio hanno in comune l’opposizione a un modello di sviluppo economico che si è dimostrato pericoloso. Come la nostra è una manifestazione per la gestione dal basso del territorio e contro la camorra, così anche il movimento Notav è un movimento contro gli interessi economici delle mafie, perché il modello che in Campania è stato un laboratorio politico è applicato anche in Val Susa. In questo non possiamo che essere solidali con la piazza della Valle”.

 

 

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