Tecnologia a rischio, scarseggiano metalli per costruire telefoni e computer

La tecnologia risente della diminuzione delle materie prime che potrebbe nei prossimi decenni difficile la produzione di prodotti hi-tech. Lo evidenzia uno studio della Yale School of Forestry & Environmental Studies, secondo cui è necessario riciclare elementi come cromo, tungsteno e tantalio dagli oggetti che vengono gettati via. Un’operazione spesso difficile, il riciclo, di cui i produttori dovrebbero tener conto in fase di progettazione dei dispositivi elettronici.
 
I ricercatori hanno preso in esame i 62 metalli della tavola periodica. “Alcuni metalli sono disponibili quasi interamente come sottoprodotto. Non si possono estrarre appositamente ed esistono in piccole quantità”, spiega Thomas Graedel, autore del rapporto pubblicato su Pnas. Per gallio e selenio c’è un rischio di disponibilità, ad esempio, mentre per cromo, niobio e tungsteno ci sono dei limiti normativi d’approvvigionamento.
 
L’estrazione di oro, mercurio e metalli del gruppo del platino, invece, ha le maggiori implicazioni in termini ambientali.
 
Nel quadro entrano anche fattori geopolitici: il 90-95% delle terre rare usate nel mondo viene dalla Cina, e buona parte del tantalio usato in elettronica proviene dal Congo che è politicamente instabile. Quanto all’indio, presente nei display di pc e smartphone, mancano dei sostituti adeguati. La soluzione è dunque riciclare. “Molto di ciò che rende difficile il riciclo di questi materiali è il design dei dispositivi”, spiega Graedel. “I risultati dello studio inviano un messaggio ai progettisti: dedicate più tempo a pensare a cosa accade quando i vostri prodotti vengono gettati via”.

 

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