Stabili le condizioni di Bersani dopo l’intervento
La vera buona notizia la dà la moglie dopo aver parlato con il marito: «E’ sempre lui, è sempre lo stesso, è il Pierluigi che conosco», si rivolge ai medici. È il segno che l’emorragia cerebrale e l’intervento per neutralizzare l’aneurisma non hanno lasciato danni nell’ex segretario del Pd.
La notte è trascorsa tranquillamente all’ospedale Maggiore di Parma per Pier Luigi Bersani. Le condizioni dell’ex segretario rimangono stazionarie, dopo l’intervento durato oltre 3 ore. «Il decorso post operatorio sta evolvendo in maniera positiva», è il bollettino dei medici. «Tutti i parametri vitali sono stabili e nella norma. La tac di controllo ha confermato una evoluzione positiva delle condizioni cliniche e non ci sono deficit neurologici». Bersani, aggiungono, «resta ricoverato in rianimazione con prognosi riservata» come prevede il protocollo in situazioni di questo tipo.
Stamani Bersani si è svegliato e ha brevemente incontrato la moglie, Daniela, e le figlie nel del reparto di terapia intensiva dell’ospedale, dove è già cominciata anche la sfilata dei big democrat, a partire dal presidente Gianni Cuperlo. Ma nelle prossime 48-72 ore l’ex segretario dovrà stare in terapia intensiva e potrà vedere solo i parenti più stretti, salvo eccezioni visto che il segretario Renzi ha annullato la sua presenza alla sfilata dei Re magi di Firenze e lo ha raggiunto in ospedale nel pomeriggio. A Parma sono arrivati anche molti esponenti del Pd emiliano e il portavoce dell’ex segretario, Stefano Di Traglia.
Anche il premier Enrico Letta ha seguito passo passo l’evolversi delle condizioni di salute dell’ex segretario del Pd, tenendosi in contatto con i familiari. Il presidente del Consiglio ha telefonato stamani alla moglie ed è pronto a venire a Parma appena i medici consentiranno all’ex segretario di ricevere visite.
L’ex segretario del Pd si è sentito male domenica mattina mentre era a casa con la moglie: «Emorragia cerebrale», hanno sentenziato all’ospedale di Piacenza. Poi l’hanno caricato su un’ambulanza e trasferito al Maggiore di Parma come si fa in genere in Emilia quando ci sono casi di questo tipo particolarmente delicati.
La diagnosi ufficiale parla di «emorragia subaracnoidea». In pratica, un aneurisma, un ictus, ha causato una perdita di sangue dai vasi che attraversano il cervello. I medici dicono che non ha causato danni cerebrali, danni che avrebbero potuto provocare menomazioni permanenti. Tuttavia per neutralizzare gli effetti dell’aneurisma hanno deciso di operarlo: un intervento comunque complesso, iniziato verso sera – dopo un consulto fra il primario di Neurochirurgia e i suoi assistenti – e concluso dopo le 22 «in modo soddisfacente». Vuol dire che i pericoli maggiori sono passati.
Sarebbe dovuto essere un giorno di festa per l’ex segretario del Pd. Lui, suo fratello e i suoi cognati avevano prenotato un tavolo da dieci alla trattoria Agnello di Bettola, il suo paese sui colli piacentini. Fanno sempre così i Bersani: si ritrovano tutti insieme intorno alla Befana, con mogli e figli e nipoti: «Ma alle 11 è arrivato Stefano – dice il titolare della trattoria – per dire che Pierluigi aveva avuto un problema. Niente pranzo, niente festa». Stefano è Stefano Ferrari, cognato dell’ex segretario Pd.
Per Bersani è stata una mattinata pessima. Era nella sua casa di Piacenza con la moglie. Risveglio faticoso, mal di testa, qualche capogiro, vomito. Il fratello è medico, al telefono da Bettola è stato categorico: «Vai in ospedale». Al pronto soccorso gli hanno fatto una tac che ha messo in evidenza la perdita di sangue dai vasi del cervello.
Situazione delicata, tanto da spingere i medici a organizzare il trasferimento a Parma dove c’è un centro di neorochirurgia, il migliore dell’intera Regione. L’ambulanza è entrata all’ospedale Maggiore intorno alle 13. Qualche minuto più tardi è arrivato Ermanno Mombelli, il primario. E poco dopo Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna, amico da sempre di Bersani. L’ex segretario democratico ha parlato con entrambi: «Non era confuso, solo molto stanco».
Il primo a dare buone notizie – se così si può dire – è stato proprio Errani: «I medici escludono che ci siano danni cerebrali». Non hanno escluso però che la situazione potesse peggiorare, così hanno deciso di intervenire chirurgicamente. Alle sei del pomeriggio l’hanno portato in sala operatoria ostentando ottimismo: «L’intervento per neutralizzare l’aneurisma è complicato, ma non ci dovrebbero essere problemi». Ne sono usciti quattro ore più tardi, sorridenti. L’intervento è «tecnicamente riuscito». Ora si tratta di attendere 72 ore per verificare eventuali danni cerebrali anche se i medici sono ottimisti e stamane lo sveglieranno dal coma farmacologico per verificare le sue reazioni.
Un mare di solidarietà è arrivata intanto dalla politica e dal web appena si è diffusa la notizia del malore. Su Twitter in particolare spopola l’hashtag #forzaBersani. «Un abbraccio fortissimo a Pier Luigi Bersani», ha scritto ilsegretario del Pd Matteo Renzi. Auguri anche dagli avversari: Silvio Berlusconi ha inviato «un abbraccio affettuoso ad un avversario leale». Il Quirinale si tiene informato sulle condizioni di salute di Bersani, auguri sono arrivati dai presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso.
Renzi «Aspetto Pierluigi per tornare a discutere, anche a litigare, l’importante è che lui, che è bello tosto, sia riuscito a superare questa fase che è la più difficile». Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi, dopo la sua visita al reparto dell’Ospedale Maggiore di Parma, dove è ricoverato Pierluigi Bersani.
«La situazione, come hanno detto i medici – ha detto ancora Renzi – è in miglioramento, certo ci sarà da aspettare ancora ma siamo ansiosi di trovarlo presto in forma a Roma a far sentire la sua voce. Bersani, con i suoi valori e la sua forza sarà in grado di farsi sentire e di portare avanti la sue idee». Renzi si è detto ovviamente molto colpito da quanto accaduto a Bersani, «un fatto grave che è stato curato in tempo grazie alla saggezza della famiglia e alla bravura dei medici di Piacenza e di Parma».