Slitta l’esame nell’Aula del Senato del ddl anticorruzione

Slitta l’esame nell’Aula del Senato del ddl anticorruzione. La conferenza dei capigruppo di palazzo Madama ha deciso di metterlo in calendario anziché oggi com’era previsto da tempo, nella settimana dal 17 al 19 marzo. Nel frattempo è al vaglio del ministero per i Rapporti con il Parlamento un emendamento sul falso in bilancio che cancellerebbe la soglia di non punibilità ma prevederebbe una diminuzione della pena per il reato.

L’emendamento del governo. Il governo ha trasmesso al ministero per i Rapporti con il Parlamento l’emendamento al ddl corruzione sul falso in bilancio. Il testo, a quanto si apprende, non prevede più soglie di non punibilità né in percentuale né rispetto al volume d’affari mantenendo una distinzione solo tra società quotate e non quotate e abbassando la pena per queste ultime da un minimo di uno ad un massimo di cinque anni di detenzione. Resta invece 3-8 anni la pena per le non quotate e la perseguibilità del reato d’ufficio. All’impianto del testo mancherebbero ancora i pareri di alcuni ministeri. In generale il testo sul falso in bilancio è stato oggetto in queste settimane di un confronto con il ministero dello Sviluppo economico per il nodo delle tutele da garantire alle società più piccole e più esposte ad errori. Resta inoltre da chiarire se a questo punto l’emendamento del governo approderà direttamente in Aula o passerà prima in commissione Giustizia al Senato dove è in corso l’esame del ddl anticorruzione. Nei giorni scorsi l’intenzione del governo di presentarlo direttamente in Aula aveva prodotto frizioni in particolare con Forza Italia.

Le proposte del relatore. ll relatore al ddl anticorruzione in Commissione Giustizia al Senato, ha presentato due emendamenti che inaspriscono le pene per la corruzione in atti giudiziari e per l’induzione indebita a dare o promettere utilità. Per il primo reato le pene nella fattispecie non aggravata che oggi sono da quattro a dieci anni salgono a 6-12 anni; mentre per la fattispecie aggravata le sanzioni che attualmente sono da cinque a dodici anni se dal fatto deriva un’ingiusta condanna per qualcuno alla reclusione non oltre i 5 anni, la pena passa a 6-14 anni; le pene che oggi sono da sei a 20 anni se dal fatto deriva un’ingiusta condanna di qualcun’altro a una pena superiore ai 5 anni o l’ergastolo, si passa a 8-20 anni. Per l’induzione indebita l’attuale pena di 4-10 anni sale a 6-10 anni e sei mesi. 

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