Sigarette, in arrivo stangata su quelle economiche
Le sigarette, soprattutto quelle «low cost», che cioè fanno parte della fascia di prezzo che oscilla tra i 4,20 euro e i 4,40 euro, potrebbero subire un aumento. Il ministero dell’Economia starebbe lavorando ad un decreto per ritoccare verso l’alto il cosiddetto «onere fiscale minimo», una parte fissa della tassa sul fumo che pesa in maniera più che proporzionale proprio sui prodotti con un prezzo più basso. Si tratterebbe, in pratica, della prima applicazione di una norma prevista dalla riforma fiscale, che permette al ministero, su proposta dell’Amministrazione dei monopoli di Stato, di aumentare le tasse sulle sigarette senza passare dal Parlamento ma con un semplice atto amministrativo. In realtà, un primo piccolo ritocco dell’accisa, già c’è stato. È avvenuto a gennaio scorso, ma per effetto di un calcolo automatico. La novità. Le norme stabiliscono che l’accisa debba essere proporzionale al prezzo medio ponderato delle sigarette. Questo prezzo viene calcolato di anno in anno. Quello del 2015 è risultato più alto che nei dodici mesi precedenti, passando da 226 euro al chilo a 233 euro al chilo. Quindi l’accisa, che è una percentuale calcolata sul prezzo, è salita. Adesso però, potrebbe essere la volta della seconda componente della tassa, l’onere fiscale minimo che oggi è stabilito a 170 euro e che, in base alle norme della riforma fiscale, potrebbe essere aumentato dal governo fino a 5 euro. Se il ministero decidesse di utilizzare tutto lo spazio disponibile, il prezzo delle sigarette di fascia bassa aumenterebbe, secondo le stime degli operatori, di circa 30 centesimi a pacchetto. Questo comporterebbe un accorciamento della distanza tra i prodotti più economici, come John Player Special, le Chesterfield e le Gauloises, e quelli di fascia più alta, come le Marlboro e le Merit. I produttori dei marchi più a basso prezzo sono in allarme.