Sentenza Corte Costituzionale: 150 deputati a rischio decadenza. Tra i “premiati” c’è anche Cuperlo

Ci potrebbe essere anche Gianni Cuperlo, uno dei tre candidati alle primarie del Pd, fra i circa 150 deputati del Pd e di Sel con poltrone potenzialmente a rischio. Si tratta di coloro che sono stati eletti in base al premio maggioritario. E dunque ora Cuperlo e i suoi colleghi, in un caso per la verità improbabilissimo, potrebbero decadere se dovesse concretizzarsi l’ipotesi che la sentenza della Consulta delegittima le ultime elezioni poiché abolisce il premio di maggioranza. L’ipotesi, è bene ripeterlo, è di scuola anche perché se fosse applicata potrebbero saltare tutte le giunte regionali (anch’esse elette con premio senza soglia minima). Ci penseranno le motivazioni della sentenza della Consulta a spazzarla via. E tuttavia il ”pericolo” resta anche perché – e qui il diavolo ci mette la coda – la Camera ancora non ha formalmente convalidato l’elezione di ben 617 deputati su 630.

I CONTROLLI
Ma a questo punto per capirci qualcosa dobbiamo fermarci un attimo e procedere con ordine. Iniziamo dall’elemento concreto: le operazioni di convalida dell’elezione dei deputati. Per legge le coordina la Giunta delle Elezioni (organismo presieduto da un esponente delle opposizioni, il grillino Giuseppe D’Ambrosio) che deve verificare la regolarità dei conteggi. Le cose stanno andando per le lunghe perché tra l’altro la Regione Friuli Venezia-Giulia ha fatto ricorso sostenendo d’aver diritto a 13 e non a 12 deputati come stabilito dal ministero degli Interni. Se il Friuli dovesse aver ragione altre sei delle 27 circoscrizioni elettorali si vedrebbero cambiare il numero di eletti. Di qui – oltre che per la meticolosità dei controlli – un certo ritardo della convalida degli eletti 2013. Ritardo che però non rende illegittimi i lavori della Camera. Tanto è vero che la legislatura 2006/2008 si concluse senza che gli eletti fossero ”convalidati”. «Questa volta dovremmo farcela entro gennaio 2014», ha dichiarato ieri all’Ansa D’Ambrosio. Che intanto ha dato il via libera a deputati ”speciali” come quello della Val D’Aosta e i 12 ”esteri”. Finora la Giunta ha controllato la metà dei deputati, compresi molti eletti con il premio, ma la convalida è collettiva e si deve attendere che la Giunta presenti la relazione all’Aula (che non vota) con le sue conclusioni che valgono per tutti.
E qui si innesta la polemica politica. Ieri il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, ha applicato criteri politici alla sentenza della Consulta che ha abolito il premio di maggioranza è ha ”scoperto” che con il proporzionale Pd e Sel (che alle elezioni del febbraio 2013 prese il premio di maggioranza per aver ottenuto appena 24 mila voti in più della coalizione berlusconiana) perderebbero quasi 150 deputati. Deputati che andrebbero a Forza Italia, alfaniani e montiani.

I “PREMIATI”
Giuridicamente la cosa non pare stare in piedi. Tuttavia è curioso andare a spulciare i nomi dei deputati del centrosinistra ”baciati” dal premio di maggioranza del Porcellum. Si scopre così che ”a rischio” ci potrebbe essere innanzitutto Cuperlo che è il tredicesimo nome dei 21 eletti Pd nella circoscrizione Lazio1. Con un calcolo di massima, infatti, si scopre che senza premio i deputati Pd eletti nel Lazio1 dovrebbero essere 12. Dunque Cuperlo potrebbe essere in bilico anche se potrebbe essere ripescato con il gioco delle opzioni di eletti in più circoscrizioni. Fra i deputati Pd i più noti eletti col premio sono: Roberto Giachetti, Ermete Realacci, l’esperto di economia di Renzi, Yoram Gutgeld, i prodiani Sandro Gozi e Sandra Zampa, Ivan Scalfarotto, la renziana Maria Elena Boschi, il veltroniano Verini, e Antonio Boccuzzi, l’operaio ferito nel rogo della fabbrica Krupp a Torino.

 

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