Scuola, ecco i 6 milioni di euro per i professori di religione

All’inizio de “La buona scuola” i docenti di religione sembravano i grandi esclusi dalla «card per l’aggiornamento e la formazione dei docenti», ovvero quel voucher di 500 euro all’anno che i professori avranno a disposizione dal prossimo anno scolastico per acquistare libri, assistere a mostre, concerti, entrare nei musei, ovvero, per espletare la formazione in servizio che diverrà obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola. I dubbi sono stati sciolti leggendo il capitolato economico legato al Ddl di riforma della scuola, infatti gli oltre 13 mila insegnanti, si vedranno riconosciuta la card come i loro colleghi.

LE GRADUATORIE
In Parlamento non era un dato scontato, infatti, i docenti di religione sono stati assunti nel corso degli anni su indicazione della Curia e poi confermati dai dirigenti scolastici, e la loro formazione, secondo molti, avrebbe dovuto essere garantita proprio dal Vaticano.

Ma nella giungla di richiedenti cattedra, di Quota 96, di esclusi dall’immissione a ruolo, di precari storici, della nuova figura del Preside Sindaco, il problema della titolarità della card sembra essere passata in secondo piano e sembra che il governo non abbia voluto buttare altra benzina sul fuoco, anche perché nel loro piccolo anche gli insegnanti di religione hanno i loro problemi, e il loro parere su “La buona scuola” è molto netto: «Riteniamo devastante l’idea di affidare al dirigente scolastico – afferma il segretario nazionale dello Snadir, Orazio Ruscica – il potere di assumere il personale docente tramite albi territoriali per formare il suo gruppo.

Pertanto è assolutamente da ridimensionare tale potere in quanto occorre salvaguardare il diritto dei vincitori di concorso all’assunzione. Ma ancor più grave riteniamo il mancato inserimento nel Ddl dell’utilizzo della graduatoria del concorso del 2004 ai fini dell’assunzione nella misura del 50% dei posti vacanti e disponibili dei docenti di religione».

LE REAZIONI
Quindi, anche gli insegnanti di religione si iscrivono al partito dei parzialmente soddisfatti del Ddl Scuola, tanto che già qualche settimana fa scrissero una lettera aperta al sottosegretario all’Istruzione Faraone, in cui si ricordava al governo l’impegno assunto nell’inserire la proroga della graduatoria del 2004 per l’assunzione dei docenti di religione. «Sul tema delle assunzioni è chiaro che ci possono essere delle spinte di riconoscimento e in queste prime battute delle audizioni ascoltiamo tutti i punti di vista – dichiara la deputata del Partito Democratico, Irene Manzi – . C’è la massima attenzione ed analisi e non c’è sottovalutazione di nessuna situazione, tantomeno per la condizione degli insegnanti di religione che sappiamo svolgere una funzione educativa importante».

Anche per questo il loro inserimento all’interno della “card di aggiornamento” viene visto come un segnale di apertura molto forte e per nulla gratuito (6 milioni e mezzo di euro circa) verso il mondo cattolico che già ha mal digerito gli sgravi fiscali (ritenuti insufficienti) per le famiglie degli studenti del primo ciclo delle paritarie e la totale esclusione delle scuole di secondo ordine e grado.

 

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