Scontro Bagnasco-Renzi sulle unioni civili

Se ieri il Papa aveva deciso di sorvolare (diplomaticamente) sulla questione delle unioni civili, stamattina, all’assemblea dei vescovi, è stato il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, a manifestare il proprio disappunto. “Non si capisce come mai” il governo Renzi “abbia profuso tanta energia per una causa che non risponde non tanto a esigenze, per altro previste dall’ordinamento giuridico, ma a schemi ideologici”.

Il giudizio sulla decisione del premier di accelerare la legge sui matrimoni omosessuali è pesante. Bagnasco ricorda che il Paese sta andando male sul fronte dell’occupazione, che le famiglie non ce la fanno più, che le file di coloro che hanno fame si allunga davanti alle porte delle mense parrocchiali. “È su questi problemi che la gente vuole vedere il Parlamento impegnato senza distrazioni di energie e di tempo, perché questi sono i problemi veri del Paese, cioè del popolo”. Va da sé che la recente approvazione della legge sulle Unioni civili scava un solco, e “sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse: in realtà – mette in chiaro Bagnasco – le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale – così già si dice pubblicamente – compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà”.

In tema di immigrazione, tuttavia, la Chiesa italiana, al suo secondo giorno di assemblea, promuove Renzi per l’impegno profuso a favore di coloro che fuggono dalla guerra. “Dobbiamo qui riconoscere il permanente sforzo dell’Italia, sempre in prima linea per accogliere e salvare tante vite da ignobili mercanti di disperati”. Tuttavia sul versante sociale il cardinale Bagnasco elenca con meticolosità le cose che non vanno. Per esempio gli indicatori occupazionali.”Dall’inizio della crisi l’occupazione è caduta del 4,8%, una delle contrazioni più rilevanti in Europa: i dati ricorrenti dicono che la fascia tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro è prossima al 40% contro il 22% della media europea: in termini percentuali siamo i peggiori, subito prima della Bulgaria.

Infine un allarme per la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente. “Vengono sterminati per famiglie, villaggi e città intere (…). In Siria, in Iraq e in altri Paesi del Medio Oriente, constatiamo con dolore l’esodo massiccio dei cristiani dalla terra dalla quale cominciò a diffondersi la nostra fede, e dove essi hanno vissuto, fin dai tempi degli Apostoli, insieme ad altre comunità religiose”. La Chiesa lamenta la crescita dell’indifferenza verso tanta violenza, “come se i veri problemi fossero altri che il diritto di professare la propria fede senza subire persecuzione e morte, o essere costretti a vivere da fuggiaschi in preda alla paura. Si contano ormai 200 milioni di cristiani perseguitati sul pianeta sotto gli occhi distratti e indifferenti del mondo: ad Aleppo, storico centro della cristianità in Siria, oggi sono rimasti appena 40.000 fedeli, un quarto rispetto a solo 5 anni fa!”.

 

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