Scandalo Pacioli, la Procura ” Dai 3000 agli 8000 euro per un diploma”
Nola – Dall’indagine appare chiaro: l’istituto Pacioli di Nola era un diplomificio a carattere industriale. “Fabbricava” titoli che come qualsiasi tipo di prodotto venivano venduti ad un congruo prezzo. Dai 3000 agli 8000 euro. Tanto costava, insomma, fregiarsi del titolo di ragioniere o di geometra. Il tutto senza mai un’ora di lezione. Troppo bello per essere vero. E non è un caso che all’istituto di via San Massimo giungevano nel giorno degli esami studenti provenienti da tutta Italia. Quest’anno però oltre alla commissione si sono ritrovati anche gli uomini della Guardia di Finanza ben decisi a mettere un freno ad un mercinomio che offende un’istituzione come la scuola, così importante per lo sviluppo della nazione.
Ad illustrare tutti i dettagli della complessa operazione denominata “immaturi”è stato questa mattina lo stesso capo della Procura della Repubblica di Nola, Paolo Mancuso, che ha incontrato la stampa insieme ai responsabili della Guardia di Finanza del Gruppo di Torre Annunziata che hanno svolto in questi mesi le indagini.
Nella mattinata di oggi i finanzieri si sono portati nuovamente portati presso l’istituto Pacioli, sequestrando tutta la documentazione relativa alla didattica dei singoli studenti, i verbali attestanti la partecipazione dei docenti alle classi dell’anno scolastico 2012/2013, i verbali dei consigli di classi, nonché tutta quella documentazione risultata ideologicamente falsa.
Dalle verifiche si è avuta la conferma come i responsabili dell’istituto non svolgevano alcuna attività didattica. La scuola, secondo la Procura, era il paravento di una mega truffa a carattere nazionale finalizzata alla vendita di titoli di studio. In tal senso il materiale probatorio raccolto sembra essere inoppugnabile.
L’amministratrice unica e il coordinatore delle attività educative e didattiche dell’istituto, così come altri soggetti ancora da identificare legati al “Pacioli”, si sono resi protagonisti di varie condotte criminose ed attualmente risultano indagati a vario titolo di concorso finalizzato al falso, alla corruzione, alla soppressione di atti pubblici, al fine di trarne profitto o altra utilità.
Molti studenti provenienti da varie Regioni d’Italia hanno ammesso di non aver mai frequentato una sola lezione, altri di essere venuti a Nola solo di rado. Le irregolarità hanno rasentato in alcuni casi il paradosso, come quello dello studente iscritto in un primo momento al Geometra e che si è poi ritrovato a sostenere l’esame da Ragioniere.
Il punto di forza della truffa che aveva reso il Pacioli tra gli istituti più popolari d’Italia era la parità scolastica alle scuole statali. Uno status che permette l’equiparazione per procedura, funzionamento e valore del titolo studio a quello della scuola statale corrispondente.
L’attività di indagine di questi giorni ha disvelato il drammatico fenomeno di centri studi e scuole paritarie che hanno quale unico scopo non la formazione didattica e professionale degli alunni, bensì la vendita dei diplomi. Un affare che si è dimostrato estremamente lucroso, ma anche dannoso dal punto di vista sociale. Sulla vicenda si attendono sviluppi nelle prossime settimane.
“Quali conseguenze ci saranno per gli studenti che hanno sostenuto gli esami di Stato presso l’istituto Pacioli?” A rispondere è stato lo stesso capo della Procura di Nola, Paolo Mancuso. “Riteniamo che un 15% dei candidati fosse in buona fede – precisa Mancuso – magari a loro verrà data la possibilità di ripetere gli esami a settembre. Nel corso delle indagini abbiamo potuto evidenziare anche una contraddizione che vige in materia e cioè che gli esterni, i così detti privatisti, è fatto obbligo di residenza nello stesso Comune della scuola o in uno limitrofo. Per gli interni, coloro che sono iscritti all’istituto non vige questo tipo di limitazione”. Tutti gli studenti che hanno sostenuto gli esami erano interni, ma alcuni di essi pensavano di essere privatisti. Altri hanno raccontato che il giorno della prova è stato anche il primo in cui sono venuti a Nola. Altri ancora hanno confessato che sono stati in città anche in occasione dei classici compiti in classe che trovavano però già svolti ed avevano l’unica incombenza di ricopiarli.
E’ molto verosimile che gli esami sostenuti dagli studenti vengano tutti annullati perché mancano degli atti propedeutici per la loro validità. In primo luogo, la frequenza all’attività didattica che secondo la legge deve essere almeno del 75% del monte ore previsto. Inoltre, a mancare è la documentazione relativa ai singoli studenti, compresi i diplomi di licenza media, presupposto imprescindibile per l’iscrizione alle scuole superiori. Completamente assenti anche i registri di classe.
“E’ un momento triste e doloroso – aggiunge lo Mancuso – perché con questa vicenda è stata mortificata un’istituzione così nobile ed importate per la vita del Paese come la scuola”.