Santa Maria della Pietà, primari in rivolta “Ospedale abbandonato”
Nola – Un comunicato molto duro sullo stato di salute dell’ospedale S. Maria della Pietà di Nola inviato a Maurizio d’Amora, direttore generale Asl Na3 Sud, Luigi Stella Alfano, direttore sanitario del nosocomio nolano, ai responsabili delle unità operative dell’ospedale di Nola, alle organizzazioni sindacali sul territorio, a tutti i sindaci del comprensorio nolano, da parte di ben sette primari [Luigi Caliendo (Cardiologia), Antonio Manzi (Urologia), Umberto Vincenti (Rianimazione), Sabatino Esposito (Radiologia), Leonardo Napolitano (Laboratorio Analisi), Livio D’Alessandro (Oculistica), referenti PP.SS. (Rosa Marazzo e Scarfiglieri)], nonché diciassette medici ospedalieri (Biagio Sorrentino, Pasquale Scala, Amelia Acerra, Maria Luisa Mangone, Pasquale De Falco, Aniello Lauri, Maria Manna, Luciano Carbone, Giulio La Marca, Giovanni Manfredi, Sebastiano Sorrentino, Lieto Sabato, Antonio Florio, Salvatore Ricagnani, Carmine Langella e Ada Buonfiglio). Nonostante i continui appelli del vescovo di Nola e dei sindaci dell’area nolana, le pseudo promesse dei vertici aziendali sul rilancio del presidio nolano e le mancate risposte hanno determinato uno stato di malessere all’interno degli operatori sanitari, ultimamente aggravato dalle continue (o meglio quotidiane) bozze di atti aziendali “che, come una fisarmonica, si allargano e restringono secondo le vecchie logiche politiche senza tenere conto delle esigenze reali di un ospedale di secondo livello”. Sono stati fatti per il nosocomio nolano tagli di servizi fondamentali per il reale rilancio dell’ospedale (anatomia patologica, gastroenterologia, neurologia, nutrizione clinica, oculistica ecc.) che sicuramente aggraveranno le criticità esistenti. I firmatari del documento si chiedono “dov’è la crescita dell’ospedale?”. Se non si è in grado di fare un atto aziendale nell’interesse della comunità, ridando credibilità ad una struttura che è punto di riferimento per oltre cinquecentomila abitanti, è meglio affidare tutto a dirigenti regionali. Gli operatori del nosocomio bruniano chiedono un atto aziendale che dia loro dignità, servizi e sicurezza per gli utenti. Infine chiedono un’assemblea generale per discutere delle gravi problematiche di programmazione del lavoro negli ambulatori e nei reparti dove spesso c’è tanta approssimazione.