Roma Inter 4-2, spettacolo !

Dopo la prova balbettante di Bergamo, dopo la follia di Mosca, la Roma trova la ‘vitamina’ Inter per cercare di tornare un po’ in salute e rimanere in scia della Juve che appena due ore prima aveva portato a 6 i punti di vantaggio in classifica. Roma-Inter è il solito festival del gol (finisce 4-2) ma vale più dei tre punti in palio: per i giallorossi significa continuare a ‘flirtare’ con la testa della classifica ma soprattutto rappresentano il tonico giusto in vista della sfida Champions con il Man City il 10 dicembre; per l’Inter, dopo il ‘brodino’ del derby, sarebbe il giusto toccasana dopo lo choc del cambio panchina. Mancini scende però all’Olimpico più che per giocarsela, per cercare di non prenderle: il talento di Kovacic è relegato in panchina in favore dei muscoli di M’Vila e Medel a disegnare una linea mediana tutta muscoli e tanta grinta, dietro al polemico Osvaldo che vince il ballottaggio con Icardi. Garcia non cambia di una virgola e sceglie la fantasia con Ljajic e Gervinho dietro Totti e ancora una volta Destro con Iturbe a scaldare la panchina. Nel turnover di centrocampo a restare fuori stavolta è De Rossi, con Keita in cabina di regia. Col senno del poi la ricetta giusta risulta quella del francese che pure deve aver sudato non poco nella serata ‘equatoriale’ romana con vento di scirocco e pioggia fitta fitta. Due gol, uno per parte (il ritrovato Gervinho e Ranocchia) non bastano a regalare emozioni nella prima parte di gara che vive solo di possesso palla e zero guizzi. La ripresa parla invece di un’altra partita: accende la miccia Holebas con una giocata degna di CR7, affondo, doppio dribbling e palla nel sette, risponde dopo pochi minuti il ‘reietto’ Osvaldo che bissa il ‘zitti tutti’ di sei mesi fa con la maglia della Juve e sigilla Pjanic, fino ad allora anonimo e incolore, che segna il gol che non riuscì a fare nella stessa porta ad Handanovic in primavera e che magari avrebbe potuto scrivere un’altra storia. Sarà sempre lui, allo scadere, a regalare un’altra magia su punizione per l’ennesimo festival del gol tra Roma e Inter. La quale resta una squadra incompiuta: al di la della difesa a 4, Mancini non riesce a far quadrare il cerchio, e paga pegno anche lui alla fine espulso da Mazzoleni per proteste, passando dall’annunciato 4-3-1-2 al più difensivista 4-4-1-1 fintamente spregiudicato, con i terzini che cercano di fare le ali e il talento (Palacio) relegato ai bordi del gioco: insomma, solo buone intenzioni che non si trasformano mai in occasioni, se non per qualche regalo della retroguardia giallorossa fino ad oggi imbattuta all’Olimpico in campionato. Dopo 45′ scialbi, la partita diventa subito scintillante, con l’eurogol di Holebas al 1′ st dopo una discesa di 30 metri, un doppio dribbling su Campagnaro e Ranocchia e un portentoso sinistro sotto l’incrocio. Tutto fatto per la Roma? Nemmeno per sogno perche’ Osvaldo regala un’altra delle sue magie in area e fa fesso De Sanctis. Sono guizzi che anzichè mettere sull’attenti le squadre, le stuzzicano, le allungano e sull’ennesimo rovesciamento di fronte Gervinho semina il panico nella difesa interista regalando le prime soddisfazioni della serata a Pjanic che poi si prende anche la ‘ciliegina’, con una punizione d’autore, come quelle del suo maestro a Lione Juninho Pernambucano, che fa secco Handanovic e fa restare i suoi compagni di squadra nella scia della turbo-Juve.
 
 

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