Rissa alla Festa dei Gigli: le riflessioni della Cgil

Abbiamo (volutamente) atteso alcuni giorni prima di pronunciarci su quanto è accaduto durante la “Festa” dei Gigli di quest’anno.
Ci è sembrato tutto talmente assurdo che non riusciamo a cogliere, ancora del tutto, il senso di quanto è accaduto, che, solo per caso, non ha  registrato un bilancio ben più drammatico.
Per comprendere la dinamica e la logica che ha scatenato quell’impazzimento abbiamo chiesto a testimoni presenti agli incidenti, a paranzari, a cittadini, cercando di distinguere il fervore di parte da una ricostruzione quanto più possibile oggettiva e realistica. Non abbiamo inteso cercare responsabilità (che di fronte ad eventi del genere sono sempre da ripartire su una pluralità di soggetti), ma capire per immaginare quali possano essere gli interventi da mettere in campo per garantire alla Festa una prospettiva positiva da costruire e da realizzare, tutti insieme, nel prossimo futuro.
Dalle testimonianze che ci sono state fornite emerge, in modo univoco, un dato che va valutato assai positivamente: nel panico generale, gruppi consistenti di giovani paranzari degli Insuperabili e di Stella, hanno tentato di calmare gli animi, hanno cercato di stemperare le tensioni e, nei momenti più difficili, hanno fatto tutto il possibile per aiutare le mamme, i bambini e gli anziani a porsi in salvo. E’ stato, con ogni probabilità, grazie a loro che i pur gravi incidenti non si sono trasformati in tragedia. A quei giovani ed a quelli di altre paranze deve essere rivolto, innanzitutto, il ringraziamento e il riconoscimento di tutta la Città. Spesso accade che anche nei momenti più difficili emergono anche comportamenti di grande positività. La loro presenza, il loro senso di responsabilità, la loro generosità, la loro solidarietà, fanno ben sperare per il futuro e dimostrano che nella Città non alberga la violenza e l’intolleranza. L’intera Città ha nei loro confronti un debito di riconoscenza. Al contrario devono essere assolutamente individuati e condannati coloro che, anche col microfono in mano, incitavano allo scontro. Personaggi, per fortuna, prontamente allontanati dagli altri giovani presenti.

Eppure, al di là della dinamica dei fatti, ci preme sottolineare anche altri aspetti, nella massima umiltà, con grande disponibilità all’ascolto ed al confronto:

1) IL TENTATIVO DI MINIMIZZARE – Pensiamo sia stato un grave errore quello compiuto dal Sindaco di Nola. Nelle sue prime dichiarazioni ha  banalizzato l’accaduto che, invece, è apparso subito gravissimo nelle modalità e nelle forme. Lo stesso Sindaco Biancardi si è subito smentito con la sospensione della Festa e con ulteriori dichiarazioni (imprudenti), che hanno dato più l’impressione di un rincorrere gli eventi che una doverosa assunzione di responsabilità.

2) IL CONSIGLIO COMUNALE – Il dibattito che si è tenuto in Consiglio Comunale (già programmato da tempo) non è stato all’altezza delle aspettative. I cittadini nolani, profondamente feriti da quanto accaduto, si attendevano risposte, scelte e decisioni ben più significative, capaci di delineare una prospettiva credibile al futuro della loro Festa. Ma nulla di tutto ciò è avvenuto: è stato partorito un topolino che da troppo tempo era in gestazione.

3) IL DIBATTITO IN CITTA’ – I cittadini Nolani, attoniti ed increduli, sono rimasti profondamente colpiti nel loro orgoglio e nella loro identità e tutti si sono chiesti come sia stato possibile tutto questo. Si è aperto nella Città, spontaneamente e naturalmente, un grande dibattito collettivo che deve, necessariamente, trovare uno sbocco positivo in tempi brevi: per questo motivo proponiamo che a settembre-ottobre si tenga un grande incontro pubblico di riflessione, di riappacificazione e di proposte.

4) LA CAMORRA – Quando si è in presenza di una Festa così importante, che impegna una comunità intera e migliaia di cittadini, tutti i giorni e tutti gli anni, è inevitabile che gli interessi e gli appetiti politici ed economici cerchino di trarne dei vantaggi. La stessa cosa vale anche per la criminalità organizzata. Ma la “Festa dei Gigli” non è e non potrà mai essere appannaggio della camorra.

5) L’ORDINE PUBBLICO – Ci appare incomprensibile come sia stata possibile la totale assenza di controlli prima, durante e dopo la Festa. Le indagini dovranno fare chiarezza.

6) LA LOGISTICA – Da alcune parti è stata rilanciata l’idea di portare fuori dal Centro Storico il percorso dei Gigli, collocandolo in una posizione geograficamente più decentrata (P.zza d’Armi). Ci appare la negazione dell’essenza stessa della Festa.

7) FESTA DEI NOLANI PER IL MONDO INTERO – Anche questa tesi, affacciata in questi giorni, ci appare povera e senza respiro. Restiamo convinti che la Festa dei Gigli, per la sua bellezza, per la sua importanza, per il suo carattere identitario, popolare e religioso, debba sempre più diventare “la Festa dei Nolani per l’Italia e per il mondo”. Nola possiede tutte le caratteristiche per giocare un ruolo di capitale culturale, sociale ed economica, non solo sul proprio territorio, ma ben al di là degli stessi confini regionali.

8) IL RUOLO DELLA CHIESA NOLANA – E’ stato, anche in questo momento, centrale, fermo e determinante. Il Vescovo, S.E. Beniamino De Palma, ha svolto un ruolo, decisivo e importantissimo a difesa della Festa, del suo carattere profondamente religioso e dello spirito che la deve guidare: quello dell’accoglienza, dell’ospitalità e della solidarietà.

9) COMPETIZIONE – Alcuni commentatori hanno evidenziato l’esasperata competizione che la Festa ha assunto nel corso del tempo. Noi riteniamo che una sana competizione non sia, di per sé, un fattore negativo, anzi. Essa deve essere utile ad ognuno per migliorare le proprie competenze artistiche, culturali, fisiche, spettacolari, senza che queste determinino, per forza, atti di ostilità e di guerra contro altri. La vera competizione non è battere gli “avversari”, ma “battere” se stessi, migliorandosi giorno dopo giorno, anno dopo anno. Non ha senso guerre di territori o, peggio, di cittadini di Nola contro cittadini di altri comuni: è una logica assolutamente perdente e che conduce all’isolamento ed all’impoverimento culturale, civile e sociale.

10) TRADIZIONE – Una autentica Festa Popolare, come quella dei Gigli di Nola, non può, per sua natura, restare imprigionata e ingabbiata dalla tradizione. Diventerebbe “Liturgia” e non sarebbe più Festa. Essa “deve”, invece, nutrirsi dei cambiamenti e “deve” contaminarsi dello spirito del tempo. Non ci si deve scandalizzare se il continuo dialogare con il presente può indurre a modifiche, anche significative: tutto ciò è nelle cose.

11) ARTE E PRODUZIONE IMMATERIALE E CULTURALE – Riteniamo che questo sia un aspetto da recuperare in fretta. Le Botteghe artigiane della Cartapesta stanno morendo: bisogna salvarle e rilanciarle. La competizione non può avvenire immaginando Gigli più spogli e più leggeri, bensì Gigli qualitativamente più belli, capaci di indirizzare la Festa e il suo spirito  verso traguardi ambiziosi. La Festa è un gigantesco e potenziale motore per lo sviluppo del territorio, oltre che importantissimo elemento identitario e di coesione. Guai a non valorizzare queste caratteristiche ed a ridurre il tutto nel cerchio ristretto delle “mura” nolane.

12) REGOLE – Nessuna Festa popolare può vivere ed esistere senza regole, ma la rigidità può ucciderla! Regole, non gabbie. Quando sono condivise, esse vengono rispettate, altrimenti sono inutili e, per certi aspetti, dannose. Siamo, per bquesto, rimasti particolarmente sconfortati dalla notizia che l’Amministrazione Biancardi, all’indomani di quanto accaduto, abbia ripreso l’idea di abolire, anzichè regolarle, le “Tavuliate” del venerdì. Totalmente assurdo!

13) FUORI LA POLITICA DALLA FESTA – Ci sembra, questa, la prima scelta da compiere. E per Politica intendiamo: Sindaci, Amministratori locali e/o rappresentanti di Partito. Costoro non devono più ricoprire alcun ruolo di rilievo nell’organizzazione, nella gestione, nell’amministrazione della Festa e/o dei Gigli stessi.

La forte presenza culturale e professionale, le intelligenze e le capacità, facciano sentire il loro pensiero: non possono ritrarsi.

E’ dovere di tutti “governare” questo difficile e complicato momento per la Città di Nola.

Cgil Zona Nolana

Il Responsabile

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