Renzi ringrazia Letta: si fanno insistenti le voci di un passo indietro del presidente del Consiglio

«Serve un governo nuovo ma il voto anticipato non è la soluzione. La strada è un patto di legislatura per dare risposte reali»: Matteo Renzi parla da premier in pectore alla direzione Pd che sfiducia, di fatto, Enrico Letta.

Letta verso l’addio. Il futuro del governo si decide oggi ed è significativo che il presidente del Consiglio, dopo lo scontro andato in scena ieri nel Pd, abbia scelto di non presentarsi alla direzione decisiva. Inoltre il premier avrebbe cancellato la visita ufficiale in Gran Bretagna, che era in programma il 24 e 25 febbraio prossimi. Lo scrive il Financial Times sul suo sito. Smentita dal Pd l’indiscrezione in base al quale i dem avrebbero offerto il ministero dell’Economia nell’ipotetico (ma sempre più probabile) Renzi 1.

Renzi: grazie Letta. «La direzione del Pd ringrazia il presidente del Consiglio per il notevole lavoro svolto alla guida del governo, un esecutivo di servizio nato in un momento delicato. E per il significativo apporto dato in particolar modo per il raggiungimento degli obiettivi europei», ha detto Renzi leggendo il documento della direzione del Pd.

Patto di legislatura. «Il rilancio radicale che immaginiamo non suoni come polemica verso Letta né dal punto di vista personale nei confronti di Enrico né verso il governo che ha affrontato momenti di grande incertezza e turbolenza nell’ultimo anno», ha proseguito Renzi proponendo un governo di legislatura. «Dobbiamo avere la disponibilità a correre il rischio che deve essere preso con il vento in faccia. Avere il coraggio di mettere la faccia fuori e avere il vento contro significa assumere il rischio del cambiamento necessario». E ancora: «Lo sport preferito degli ultimi giorni è dire che è tutta colpa del Pd, ma oggi dobbiamo decidere e dalle forze di coalizione ci si chiede che il Pd assuma le sue responsabilità».

Non posso restare nascosto. «Diventare adulti significa anche smettere di fare solo le cose che ti piacciono», ha poi detto il segretario. «Ci sono momenti in cui chi ha responsabilità di guida all’ interno di una comunità, di un partito politico è chiamato a nascondersi, in altri ad ascoltare, in altri a camminare con il passo dell’ultimo. In altri siamo chiamati a un duplice impegno: da un lato la franchezza totale, dall’altro l’indicazione di una proposta».

Il logoramento delle istituzioni. Serve «una forte spinta» da parte del Pd contro «il lento logoramento delle istituzioni», ha aggiunto il sindaco di Firenze. «Chiedere oggi di cambiare strada è il tentativo di restituire un’occasione alla politica. Possiamo aspettare che qualcuno lo faccia per noi, ma c’è il piccolo inconveniente che in 20 anni non lo ha fatto nessuno». «O il Pd ha un protagonismo forte o questo cambiamento si realizza soltanto a parole».

Cuperlo: siamo con Renzi ma non si voti ora. «Sta a noi fare in modo che da questo passaggio si esca non con una lacerazione ulteriore ma ricostruendo l’unità su scelte strategiche. Perciò io chiedo che la direzione non venga chiamata ad esprimersi oggi con un voto per evitare un precedente nei rapporti tra un partito e un governo». È la richiesta avanzata da Gianni Cuperlo in direzione, aggiungendo di aver chiesto una svolta e di condividere la proposta del segretario.

L’assenza di Letta. «Carissimi – ha scritto Enrico Letta in una lettera inviata alla direzione nazionale del Pd – penso che in una giornata importante come questa, sia fondamentale che la discussione si sviluppi, e le decisioni conseguenti siano assunte, con la massima serenità e trasparenza. Per questo preferisco aspettare a Palazzo Chigi le determinazioni che verranno prese, in modo che tutti in Direzione si sentano liberi di esprimere valutazioni ed esplicitare le decisioni che ritengono opportune».

Smentita l’ipotesi Letta al Tesoro. In mattinata da fonti parlamentari era trapelato che, incontrando Letta, il portavoce della segreteria Pd Lorenzo Guerini e il capogruppo Luigi Zanda avrebbero detto al premier che Renzi era pronto a far suo il “Piano Italia” se Letta avesse accettato il ministero dell’Economia. Nella tarda mattinata, però è arrivata la smentita da parte del Pd che ha diffuso una nota in cui si nega che la la delegazione del Partito Democratico abbia avanzato offerte di posizione o di dicasteri al premier.

Alfano. «Se il Pd confermerà la fiducia al governo Letta potrà contare sul Nuovo Centro Destra», ha detto in mattinata Angelino Alfano alla telefonata di Canale 5. Tradotto: il Pd risolva i suoi problemi e noi ci adegueremo ma non può certo aspettarsi una nostra presa di posizione fin d’ora. «Enrico Letta è sempre stato leale con il Nuovo Centro Destra. Non saremo noi a togliere le castagne dal fuoco per il Pd».

 

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