Renzi: riforme, ora o mai più

«Il mio impegno è chiaro: realizzare le riforme indipendentemente dalle reazioni. La riforma del mercato del lavoro in Italia è una priorità e se i sindacati sono contro per me questo non è un problema». Lo ha detto il premier Matteo Renzi in un’intervista al Wall Street Journal.

Basta tasse «Escludo categoricamente la possibilità di nuove tasse in Italia», ha aggiunto al quotidiano economico Usa.

Il viaggio del premier negli Stati Uniti continua. Alla fine di un’ora di incontro con la comunità economica e finanziaria newyorkese, ieri ha chiamato la comunità americana a investire in un’Italia «aperta». L’obiettivo è convincere, sia in Italia a causa delle molte resistenze sia all’estero, che lui farà una «rivoluzione». E al primo posto delle riforme mette quella del lavoro, «non più rinviabile» dopo che la direzione del Pd «discuterà, deciderà e tutti si adegueranno».

L’ad della Fiat Sergio Marchionne, anche lui più volte nel mirino dei sindacati, applaude senza remore la decisione del premier di cambiare il mercato del lavoro, riformando l’art.18. Non può che far piacere al premier trovare nella Grande Mela un partner come Marchionne tra gli ospiti della platea di investitori che deve convincere a venire in Italia. E a credere che con il suo governo la musica in Italia cambia perché, assicura, «bisogna cambiare noi stessi per tornare ad essere l’Italia».

Le riforme Renzi elenca le 5 riforme su cui punta per far sì che il Belpaese «non sia solo un grande passato ma guardi al futuro»: il jobs act perché la riforma del lavoro «è troppo focalizzata sul passato e crea disoccupazione», le riforme istituzionali, quella della pubblica amministrazione e della giustizia e la lotta alla corruzione. Priorità che indica anche a pranzo, nel quartier generale di Bloomberg, davanti ai vertici Ibm, Morgan Stanley, Citigroup, Bank of America, Coca Cola e i più grandi fondi di investimento americani. Il premier assicura sulla sua determinazione ad andare fino in fondo ma al tempo stesso mette all’indice nemici e frenatori. Non li chiama «gufi» anche se, per un’ora di incontro, intervistato dal vicepresidente di Morgan Stanley Ruth Porat, non ha remore a sfoggiare un inglese ardito.

Messaggio al Pd «In Italia personalità dell’estrema sinistra, e non della destra, pensano che va ad ogni costo mantenuto lo Statuto dei Lavoratori e che questo è l’unico modo per essere uomini di sinistra». Ma, è l’auspicio e anche l’ultimo appello alla minoranza del Pd, «mi auguro che il Pd scelga il futuro e non il passato». Dagli Stati Uniti, il premier lascia ancora pochi giorni di tempo al Pd per discutere e litigare. «La discussione può anche aiutare ad uscire più forti ma è chiaro – avverte – che non è pensabile che ci siano momenti in cui uno si ferma e si tira indietro. Le riforme vanno fatte».

 

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