Renzi presenta la sua nuova segreteria

Matteo Renzi e Guglielmo Epifani per il passaggio di consegne. Uno accanto all’altro al Nazareno. Subito dopo l’incontro di un’ora e mezza con Enrico Letta a Palazzo Chigi. Il neoleader del Pd Matteo Renzi, che domenica ha trionfato alle primarie dei democratici conquistando il 68% delle preferenze e staccando Gianni Cuperlo (18%) e Pippo Civati (14%) ha parlato dalla sede del Pd. Il primo annuncio, anzi, l’unico, è la composizione della segreteria.

Comincia Guglielmo Epifani che parla di affluenza: «Non abbiamo ancora i dati completi ma la cifra finale sarà di 2,9 milioni di persone, un dato di particolare importanza in tempi di antipolitica e disaffezione
verso la politica».

Matteo al Nazareno «Avevo preso un impegno: presentare subito la segreteria. Saranno sette donne e cinque uomini. L’età media è molto bassa». Sul risultato di ieri ancora un’analisi: «I cittadini hanno detto che è ora di fare sul serio». Un scissione nel partito non è all’ordine del giorno: «Cuperlo ha detto cose belle, lavoreremo insieme, non c’è rischio per l’unità del partito, lavoriamo insieme perché i risultati arrivino. Non sono preoccupato da eventuali tensioni nei gruppi parlamentari». Sulle larghe intese: «Il punto non è far cadere il governo ma farlo lavorare affinchè il governo ottenga i risultati e dia risposte».

La priorità «Per il Pd la riforma elettorale è una priorità, il punto è sistemare i problemi del paese e per noi il percorso è uscire dalla logica del rinvio e fare le cose che servono»

La segreteria Ecco la segreteria annunciata da Matteo Renzi. Lotti all’organizzazione, Bonaccini (Enti locali), Filippo Taddei della John Hopkins (economia), Faraone al Welfare, Nicodemo (comunicazione, Boschi (riforme), Madia (Lavoro), Mogherini (Europa), Serracchiani (infrastrutture), Braga, Morani e Picierno.

L’emozione «Sento la responsabilità, il compito è difficile e avverto l’emozione ma soprattutto la necessità di dare immediatamente segnali, non c’è un minuto solo da perdere». Così Renzi descrive il suo stato d’animo, spiegando che nel Pd «discuteremo ma contano i tempi, con le primarie i cittadini chiedono un cambio di passo».
La giornata Il nuovo “capitano”, come si è autodefinito Renzi, è arrivato a largo del Nazareno a Roma, sede nazionale del Pd, in tarda mattinata per incontrare il segretario reggente Guglielmo Epifani. Il neosegretario è arrivato alla sede del Pd entrando da un accesso secondario evitando così la folla di tv e curiosi che lo attendeva dalle 12. Nel pomeriggio Renzi incontrerà la stampa per annunciare la composizione della nuova segreteria del partito. Nel tardo pomeriggio dovrebbe invece incontrare il premier Enrico Letta.

«Io vorrei una sinistra che vince e afferma le proprie idee e i propri principi: penso che Matteo abbia il carisma per poterlo fare». Lo ha detto il sindaco di Roma, Ignazio Marino che alle primarie del Pd ha votato per il sindaco di Firenze. «Ha vinto anche con il mio voto», ha sottolineato Marino. «Per me conta moltissimo che lui abbia un’esperienza amministrativa che lo porta a essere naturalmente vicino ai problemi della gente», ha concluso.

Una vittoria «aspettata» e «un segnale forte di cambiamento» quella di Matteo Renzi alle primarie, per il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. «Fondamentale il livello di partecipazione – ha detto Pisapia – che è andato al di là di ogni previsione. Io credo che con questa partecipazione degli elettori il più grande partito del centrosinistra potrà dare una svolta alla politica del Paese per dare maggiore attenzione ai bisogni che oggi ci sono, sulla disoccupazione, sulla precarietà, il rilancio economico e la necessità di fare tornare l’Italia a un livello di competizione reale all’interno e all’esterno dell’Europa».

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