Renzi ha chiuso il semestre di presidenza italiana UE
«L’Europa sia luogo di speranza per prossime generazioni»
Il premier Matteo Renzi nella sede del Parlamento Europeo di Strasburgo, davanti all’Assemblea plenaria, chiude il semestre europeo a guida italiana. Ad accompagnare Renzi, il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi.
E chiude il semestre inviando subito un saluto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, «convinto europeista che in queste ore lascerà l’incarico». Appena il premier Matteo Renzi, ha pronunciato il nome del capo dello Stato, dall’assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo è partito un lungo applauso.
«L’Italia se vuole stare nella competizione globale deve cambiare, in questi sei mesi abbiamo fatto molto», ha aggiunto Renzi. «Noi italiani sappiamo che nostra sfida non è qui ma a casa nostra».
L’Unione europea «deve cambiare marcia sull’economia», altrimenti rischia di «diventare il fanalino di coda di un mondo che sta cambiando molto velocemente».
«A nostro giudizio stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo fare di più. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, a credere nell’investimento sulla flessibilità».
C’è «una demagogia imbarazzante» nel dibattito europeo: «C’è un’idea dell’Europa che serve al mondo da un lato e dall’altro chi investe sulla demagogia e la paura e vuole rannicchiare i nostri valori in una fortezza». «Il luogo dell’Europa non è la fortezza ma la piazza, non il conflitto e lo scontro ma il dialogo e l’incontro». «Abbiamo cercato di dare un’anima all’Europa. Per noi l’Europa è libertà».
La «foto storica» della marcia di Parigi non è quella dei leader ma del «popolo, in primo luogo francese»: «immagini di uomini e donne che non si rassegnano a terrore e paura» perchè «i nostri valori sono più forti degli attentati».
«Quando si pensa di difendere la nostra identità richiudendoci in fortezze in nome della sicurezza, dobbiamo dire che la libertà è la precondizione per la sicurezza». «Non c’è sicurezza possibile senza libertà in Europa», aggiunge.
«I nostri nemici non potendo ucciderci puntano a cambiare il nostro modo di vivere: non possiamo consentirlo a nessuno». «Il nemico non è la religione, ma il fanatismo».
Matteo Renzi conclude il discorso di chiusura del semestre italiano citando Dante: «Fatti non foste per vivere come bruti ma per seguire virtute e conoscenza. Questo è un grande messaggio. Il Parlamento scelga: o vivere come bruti inseguendo un messaggio demagogico oppure segua la virtù e la conoscenza». Lo stesso Renzi aveva aperto il semestre citando Telemaco.