Quirinale, Renzi indica Sergio Mattarella candidato del Pd
Matteo Renzi ha indicato Sergio Mattarella come candidato presidente della Repubblica all’assemblea dei grandi elettori del Pd, che all’unanimità ha approvato la proposta. «Spero che da sabato mattina potremmo rivolgerci a lui come “signor presidente”», ha detto il premier.
«Sergio Mattarella è uomo della legalità, della battaglia contro le mafie e della politica con la P maiuscola», ha aggiunto Renzi.
Oggi alle 15 dal banco della presidenza di Montecitorio Laura Boldrini e Valeria Fedeli (vice presidente del Senato, dato che il presidente Pietro Grasso è il capo dello Stato in carica dalle dimissioni di Giorgio Napolitano) dichiareranno aperta la prima votazione per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Senza il sostegno di Forza Italia e Ncd Sergio Mattarella non ha i numeri per essere eletto al Quirinale oggi, alla prima votazione. Ma secondo lo schema iniziale, che vedrebbe il candidato eletto al quarto scrutinio con la maggioranza assoluta di 505 voti, il giudice Costituzionale avrebbe i numeri anche con il no di Silvio Berlusconi.
Il Pd infatti può contare su 444 (446 con i presidenti di Camera e Senato che però non votano) grandi elettori, tutti o quasi a favore dell’elezione di Mattarella. A questi vanno aggiunti i 34 elettori Sel –
oggi è arrivato il placet ufficiale anche di Vendola – i 32 voti del gruppo autonomie e anche i 45 sì dell’area composta da Scelta Civica e dai Popolari. A questo corposo gruppo potrebbe probabilmente anche aggiungersi quello degli ex M5s, che non hanno dato finora il loro diniego alla candidatura di Mattarella e che sono formati da circa 32 parlamentari. Il totale sarebbe quindi di oltre 580 voti, sufficienti per chiudere la partita alla quarta votazione prevista sabato.
Il premier, che questa mattina ha visto il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone (il nome del magistrato è girato nei giorni scorsi tra i possibili candidati), potrebbe sentirsi telefonicamente in queste ore con Silvio Berlusconi anche se l’ipotesi di un incontro in giornata non è da escludere. Il leader di Forza Italia finora ha opposto resistenza su Mattarella.
La decisione ufficiale di Berlusconi sarà resa nota dopo il vertice con Angelino Alfano in programma alla Camera alle 14:30. Secondo quanto si apprende da fonti azzurre, l’ex premier sarebbe orientato a confermare la sua contrarietà all’elezione di Sergio Mattarella. La decisione definitiva, spiegano da Fi, sarà frutto dell’incontro con Area Popolare.«Ho bisogno di pensare», avrebbe detto ai suoi fedelissimi.
La candidatura di Mattarella «è una forzatura unilaterale del presidente del Consiglio, ovvero del segretario Pd. Non so se passerà ma certamente noi non lo votiamo», ha detto il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani, entrando a Montecitorio.
«Sento emozione e responsabilità perché tocca a noi provare a dare una risposta alla vicenda istituzionale più rilevante che la Costituzione prevede per il nostro Paese», ha detto Renzi all’assemblea dei grandi elettori del Pd. «Il fatto che la responsabilità è nostra non deriva dalla direzione Pd: tocca a noi l’hanno detto gli altri partiti. Vorrei che fosse chiaro, non è arroganza».
Renzi ha chiesto il voto ai Grandi elettori sul nome di Mattarella. «Sappiamo quanto abbia creato frizioni» la vicenda delle ultime elezioni per il Colle: «Ha lasciato tante ferite ma oggi abbiamo l’occasione per cancellare lo smacco del 2013. Abbiamo l’opportunità di cambiare non tanto il corso della legislatura ma di cancellare quello smacco», ha proseguito.
«Quando si parla di Quirinale non si sceglie una candidatura su esigenze di parte ma autorevole che sa dire dei no e ha la schiena dritta», ha detto ancora Renzi.
«Non ci deve essere spazio per i giochini del dopo. Se si sceglie un candidato si vota quel candidato», ha insistito il premier, chiedendo «franchezza» a chi fosse contrario al nome proposto. «Il Colle non è un passaggio per cui ci divertiamo a fare i nomi. Chi vuole bruciare i nomi fa i falò».
«Chiedo la massima franchezza tra di noi, mostrando cura delle istituzioni. Non è un momento come gli altri: se falliamo non sarà una normale sconfitta parlamentare», ha rilevato ancora il premier.
«Mattarella è giudice costituzionale, noi stiamo cambiando la Costituzione. Mattarella è difensore della Costituzione che non significa imporne l’intangibilità ma essere capace di difenderla e valorizzare i processi di transizione nel pieno rispetto delle regole», ha detto Renzi. «Non stiamo semplicemente mettendo in discussione un nome ma cercando di dire che il prossimo settennato deve consentire di vivere alle forze politiche il proprio confronto e scontro con serenità».
«Se qualcuno di voi sarà avvicinato in questi giorni da pensieri, polemiche e tweet sappia che non ha solo la responsabilità con la penna di scrivere un nome ma di far fare bella figura alla politica e restituire l’idea che il Pd discute ma al momento chiave è unito e responsabilità», ha detto ancora Renzi.
Intanto anche i 5 Stelle provano a giocare la loro partita. E nella rosa di nove nomi che sottopongono al voto della Rete spuntano Romano Prodi e Pier Luigi Bersani. I candidati, dopo che Lorenza Carlassarre si è sfilata dalla corsa, sono 9: oltre a Prodi e Bersani, Raffaele Cantone, Nino Di Matteo, Ferdinando Imposimato, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky. Se i prescelti fossero Prodi o Bersani rappresenterebbero, ammettono i dem, una tentazione anche per la minoranza Pd.