Questione sede università Parhenope, Movimento per Nola “Il peggior sordo è chi non vuol sentire”
Nola – Si infiamma la discussione sulla questione della sede universitaria che la Parthenope sta cercando sul territorio comunale. Il Movimento per Nola sta da tempo sottolineando la necessità di armonizzare questa importante e strategica iniziativa con il tessuto urbano della città, rigenerando e rivitalizzando l’agonizzante centro storico.
Nemmeno il confronto in Sala Consiliare, lo scorso 9 febbraio, tra Movimento per Nola e la stessa Amministrazione comunale ha prodotto un concreto risultato. Nel frattempo, l’ufficio tecnico del Comune non ha ancora rilasciato il permesso a costruire richiesto dall’Ateno in via Madonne delle Grazie, nonostante una valutazione positiva. Un’ indicazione ritenuta dal Movimento non conforme agli indici urbanistici previsto dall’attuale Piano regolatore.
Lo stesso Movimento per Nola dopo l’ intervista del sindaco Minieri rilasciata al direttore della nostra testata, Antonio D’Ascoli, evidenza in una nota grande perplessità per le dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino. Di seguito il documento del Movimento per Nola.
“Siamo veramente interdetti per l’inconcludenza dell’ultima discussione fatta martedì 9 u.s., nella Sala Consiliare, ascoltando il giorno successivo l’intervista di Antonio D’Ascoli al Sindaco. Come in un gioco dell’oca siamo ritornati al punto di partenza. La pervicacia del Sindaco nell’affermare che la scelta della localizzazione dell’Università è solo una questione di rispetto di norme edilizie ci lascia totalmente esterefatti.
La Programmazione è un termine sconosciuto a chi governa questa città.
Scontiamo i gravi errori commessi con la gestione di una procedura partita in modo anomalo. Una sostanziale delega all’Università di scelte che hanno un impatto straordinario su una città già densa di problemi di carattere urbano ed un Comune che sottoscrive una Convenzione solo dopo che la scelta localizzativa era già stata autonomamente fatta dall’Ateneo.
Il contrario di quanto avviene nel resto del mondo.
L’assenza di protagonismo dell’Amministrazione comunale condurrà a legittimare un’ ubicazione della struttura universitaria in un lotto, peraltro di ridottissime dimensioni, in una zona della città già gravata da pesanti problemi di agibilità e di traffico. L’accessibilità al plesso ospedaliero, che serve una utenza di circa 500.00 utenti e il suo programmato ampliamento, sarà aggravata dagli impatti di traffici aggiuntivi con forti ripercussioni sulla sicurezza sanitaria del territorio. La città sarà ancora più strangolata da una nuova funzione sui margini esterni, già collassati per la saturazione dei residui spazi verdi delle periferie.
A tali rilievi si è contrapposto il “tifo” avversario, anche con insulti di vario genere. La discussione pacata che abbiamo tentato di orientare verso scenari possibili per un futuro più degno di questa città in continuo degrado, invece ha assunto i toni di una rissa. Anche un Partito progressista, che ha nelle sue radici culturali ed ideali la partecipazione ed il coinvolgimento dei cittadini come principio cardine della sua azione, si è scagliato in modo inusuale ed aggressivo, annullando le regole della dialettica democratica. Il tutto senza offrire una benchè minima motivazione. Mancanza di sensibilità per chi esercita i propri diritti, mancanza di rispetto per chi esprime ragioni diverse, gratuite frasi offensive per chi si frappone ad un disegno incomprensibile.
Perché tanta pervicacia su una scelta indifendibile?
La democrazia è un bene che va tutelato, coltivato e curato, favorendo l’ascolto ed il confronto sulle idee.
Ma di idee dall’altro lato manco a parlarne.
E’ da luglio, intanto, che stiamo prospettando l’unica soluzione con tutti i crismi della legittimità urbanistica, inquadrata in una visione della città che punta alla salvaguardia dei suoi beni storici con la rigenerazione di uno dei suoi tanti immobili monumentali abbandonati.
Oltre alla Casermette, retroposte alla Caserma Cesare Battisti, che sono l’unica destinazione compatibile con la pianificazione vigente, abbiamo proposto anche soluzioni alternative: Palazzo piccolo Marchese della Schiava, palazzo Nappi, Complesso della Pace o Santa Chiara, che però richiedono procedure in Variante al Piano Regolatore, come del resto la scelta in itinere fatta dalla Università.
La risposta è stata il totale silenzio.
Abbiamo anche sollecitato la formazione di un Tavolo aperto, in cui tutte le Istituzioni coinvolte, possono verificare i margini operativi per fare una scelta coerente, sostenibile e migliorativa delle condizioni di agibilità e vivibilità di questa città.
Dobbiamo solo prendere atto che la decisione che si intende prendere sarà al di fuori di questi sani e legittimi principi.
Nella convinzione della bontà e correttezza delle nostre proposte ci interroghiamo, tuttavia, sull’impasse che si sta registrando nel procedimento di autorizzazione edilizia richiesta dall’Università, cui già il 3 dicembre u.s. è stata preannunciata dall’UTC il parere favorevole sulla proposta formalizzata.
Non possiamo fare altro che prendere atto di questa enorme confusione gestionale di una Amministrazione disorientata e priva di strategie per il futuro della città”.
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