Psicologia:Perchè ci si dimentica di alcune cose e non di altre?

L’influenza dell’emozione nel ricordo di un evento; “So che non può essere stato così ma questo è ciò che ricordo” ( Pat Baker, Regeneration)

 

Quante volte vi sarà capitato di  chiacchierare con un amico e magari, presi dal treno dei ricordi, avete pensato bene di ripercorrere  degli eventi passati insieme e, forse qualche volta, vi sarà capitato di trovarvi nell’imbarazzante situazione di non ricordare “quella gita insieme all’amico” o “quel sabato sera trascorso in discoteca”. Al di là dei vari escamotage messi in atto in queste situazioni (tipo “fare finta” di ricordare o usare espressioni verbali tipo  “è passato tanto tempo.. ora non ricordo più”), magari, quando vi sarete trovati a tu per tu con voi stessi avrete provato a chiedervi ma come mai lui ricordava e io no? Che mi succede? Beh, se siete relativamente giovani e non avete problemi dal punto di vista organico (disturbi della memoria o problemi nel ricordo scaturiti da patologie degenerative o da problemi come ictus), la spiegazione su come mai il vostro amico ricordava  e voi no potrebbe essere dovuta a tanti fattori; espressioni come “ non ho una buona memoria” non sempre sono spiegazioni esaurienti del vostro problema.

 

Tuttavia, non essendoci sufficientemente spazio per parlare in modo approfondito della memoria e, non essendo mio intento quello di tediarvi con trattazioni psicologiche in merito, mi preme sottolineare alcuni fattori importanti che contribuiscono inevitabilmente al mantenimento o meno del ricordo; la ripetizione (repetition) di un evento può essere un utile esercizio per mantenere in quel sistema complesso che è la memoria una informazione appartenente a un passato lontano. Tuttavia,ciò che mi preme sottolineare è l’influenza, oltre che degli aspetti contestuali (il contesto nel quale è avvenuto il fatto o le persone che vi erano, il mio stato psicofisico di allora etc.),  del fattore emotivo. Infatti un nostro stato emotivo associato a un evento può in parte contribuire al mantenimento o meno del ricordo in memoria. Riprendendo l’esempio di sopra, se la gita scolastica  fosse, ipoteticamente,stata particolarmente stressante per me al punto che non vedevo l’ora che finisse, magari  l’emozione che accompagnerà il ricordo non sarà di certo positiva mentre,nel caso della festa in discoteca, magari quella sera mi sarò  divertita così tanto che gli effetti positivi su di me si vedranno (ovviamente tenete presente che la memoria non è un videoregistratore per cui la riproduzione non è mai fedele all’originale ma c’è sempre la visione soggettiva della cosa).

 

Uno studioso, Bower, ha verificato come si tenda a ricordare meglio quegli eventi che si associano allo stato emotivo della persona in quel preciso momento e, in particolare, questo effetto sembra essere più stabile nel caso in cui lo stato emotivo del soggetto sia di tonalità positiva. Per cui, dinanzi ad una situazione imbarazzante (un evento che io ho difficoltà a ricordare) più che  congedarsi con espressioni del tipo “la memoria non è il mio pezzo forte”, sarebbe interessante chiedersi cosa si è provato in quella situazione?  Quesiti come questi costituiscono un buon inizio per l’incremento del processo di conoscenza di quel mondo, in parte misterioso ma profondamente affascinante, che è il mondo delle emozioni…. Magari se si è felici quando ci si pone questa domanda, il tutto diventa più semplice.

 

Dott.ssa Noviello Simona

Psicologa  psicopedagogista

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