Pdl, ultimatum dei falchi al governo Attacco ai ministri: «Che fate per difendere il Cav?»

Quando l’affondo non parte da Berlusconi ci pensano i fedelissimi a incalzare, intostare, tenere sotto tiro il governo. Che per il principio dei vasi comunicanti vuol dire gli alfaniani e i ministri che appoggiando Letta «danneggiando il Cavaliere». È un fuoco che arde, una brace che non si spegne alimentata da una raffica di dichiarazioni. E tutto lascia pensare che si andrà avanti così, bruciando l’ossigeno del governo, fino alla decadenza del Cavaliere. La tesi è che «il Pd non vuole la pacificazione».

Dunque tutti i ministri, a partire «dall’amico Alfano» non tarderanno a riconoscere e constatare che «l’attuale formula di governo non ha prospettive», sostiene il coordinatore Bondi. Lo ripete su Twitter il capogruppo alla Camera Brunetta, per il quale i ministri Pdl «non possono fare come se i diritti politici di Berlusconi non li riguardassero». Alfano deve fare tutto il possibile. Deve affermare «il principio della irretroattività della Legge Severino» per salvare il Cavaliere. Va da sé che se i suoi sono costretti a ripeterlo e a chiedergli di intervenire vuol dire che secondo loro finora Angelino non lo ha fatto o non lo ha fatto abbastanza.

DOMANI LA GIUNTA
Il primo ostacolo in vista per i lealisti del Pdl è la giunta per il Regolamento che si riunirà domani. Si dovrà decidere se votare in aula in modo palese o segreto sulla decadenza. Il Pd è spaccato. Il capogruppo in Senato Zanda vorrebbe evitare il voto segreto, teme agguati. Ma Cuperlo e lo stesso Bersani, per citare due esponenti di spicco, sono contrari («verrebbe a configurarsi un voto contra personam»). Decisivo per far pendere la bilancia da una parte potrebbe essere la montiana Linda Lanzillotta, ancora incerta. L’ala più dura dei berluscones non torna indietro, siamo al «nessuno lo può giudicare», o quasi. «Berlusconi ha diritto a un processo sereno», quasi urla la Santanché, servono dunque «magistrati senza pregiudizi e odio politico» Il vero obiettivo questa volta però non sono i giudici. Sono i «falsos amigos», come qualcuno a palazzo Grazioli da qualche giorno ha preso a chiamarli. La Polverini trova «addirittura inquietante», ad esempio, che il ministro Quagliariello abbia detto a La Stampa «che gli interessi di Berlusconi debbano coniugarsi con quelli del Paese», «visto che è stato proprio il nostro leader a volere le larghe intese». L’ex governatrice del Lazio chiede poi ai ministri del Pdl di spiegare «come intendano realmente difendere Berlusconi dagli attacchi continui e reiterati del fronte giudiziario» e li accusa di «una generica solidarietà destinata a infrangersi sul voto di decadenza».

LEALISMI DIVERSI
Mano a mano che il cerchio si stringe e dai lealisti partono le bordate, ecco ripensamenti, riposizionamenti, ecco la ricalibratura riveduta, corretta e millesimata dei pensieri. «Siamo leali al Paese e al nostro leader, alle nostre idee: da questo punto di vista siamo tutti lealisti, altri lealismi non li capisco», dice a SkyTg24 Nunzia De Girolamo. E quanto a una Marina Berlusconi pronta a scendere in campo, al ministro delle Politiche agricole non «risulta», lei «non è interessata».

NO ALLA NUOVA IMU
Continuando di questo passo, osserva qualcuno, il Pdl potrebbe ricompattarsi molto prima dell’8 dicembre, giorno del Consiglio nazionale. L’altro tema che agita l’ala dura del Pdl è la legge di stabilità. Raffaele Fitto, neo leader dei lealisti, lo dice chiaro e tondo: «Per noi una legge che prevede ancora la tassa sulla casa è incompatibile». Con la decadenza cadrà il governo? «Per noi è inaccettabile, il Pd dovrebbe avere molto più buon senso ed evitare inutili accelerazioni».

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *