Papa Francesco in Albania: nuovo appello per la pace
«La religione autentica è fonte di pace, non di violenza! Nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio!». In un crescendo di esortazioni, è stata la condanna dell’estremismo, ieri in Albania, il tema dell’incontro tra Papa Francesco e le autorità albanesi – ribadito, nel pomeriggio, nell’incontro con i leader di altre religioni all’università di Tirana – nel suo quarto viaggio pastorale internazionale, il primo in un Paese europeo.
Un viaggio lampo, poco più di dieci ore, dal forte significato. In un momento di grande tensione e anche timore per la sua stessa incolumità, a causa delle minacce dello Stato Islamico, il Pontefice ha accusato gli estremisti di travisare la religione, indicando l’Albania come esempio di pacifica convivenza. Durante l’Angelus, poi, si è rivolto ai giovani – «Sappiate dire no all’idolatria del denaro, no alla falsa libertà individualista» – ricordando la necessità di un ruolo per gli anziani nella costruzione di un mondo e un futuro migliori.
Il Papa ha, inoltre, ascoltato le testimonianze di alcuni “martiri” e ha pianto, abbracciando un anziano sacerdote, torturato in lunghi anni di prigionia. «L’Albania è un Paese che ha sofferto tanto – ha detto – ma che poi è riuscito a trovare una pace con le differenze religiose. E questo è un bel segno per il mondo».