Ospedale di Nola, emergenza chirurghi: solo 6 su 20 sono abili per le urgenze
Nola – Cercasi chirurghi all’ospedale di Nola. A questo ennesimo grido di allarme dal Santa Maria della Pietà qualcuno potrebbe rispondere che 20 chirurghi sono più che sufficienti. Tanti, infatti, sono quelli presenti nella pianta organica. Ma come sempre le apparenze possono ingannare. Difficoltà a redigere una corretta turnazione, trasferimenti d’urgenza, difficoltà, soprattutto nei casi di pronto soccorso, a poter reperire medici disponibili ad interventi operatori, sono normale amministrazione.
Ed allora dove si nasconde lo zampino diabolico che trasforma ciò che sembra in ciò che non è? Perché nonostante i venti chirurghi in organico, si fatica sempre a trovarne uno quando serve?. Semplice: molti di questi non sono abili e arruolabili. In pratica, la stragrande parte di essi gode dell’esenzione a questo tipo di attività considerata stressante. Ed allora, riguardando meglio la lista e spuntando gli aventi diritto all’esonero ci accorgiamo che la stessa si riduce a sei.
Vedendo le cose da questa prospettiva appaiono evidenti i motivi delle difficoltà quotidiane. Se a tutto questo ci aggiungiamo che la pattuglia dei camici bianchi abili all’uso del bisturi è costituito da un unica unità in pianta organica e da altri cinque contrattisti annuali, allora il quadro è completo.
Il problema è stato sollevato più volte, ma al momento un provvedimento strutturale in tal senso non è ancora all’orizzonte. Ed a pagare sono sempre gli utenti. L’ospedale di Nola, per la sua posizione baricentrica, conta un bacino di oltre 500.000 persone. Ed il pronto soccorso quotidianamente è una vera e propria trincea. Una prima linea costantemente sotto attacco e sotto organico. In taluni casi, nella turnistica si creano dei veri e propri vuoti, visto che il medico che smonta più volte non sa da chi viene sostituito. Per ora, la situazione regge grazie al rinnovo ed all’integrazione della pianta organica da parte dei contrattisti. Puntualmente alla scadenza degli stessi, nel frattempo che si perfezioni il rinnovo e vengano assicurate le coperture economiche, l’ospedale piomba in situazioni a dir poco imbarazzanti.
Una coperta nei fatti troppo corta che oltre a costringere, in molti casi a trasferimenti d’urgenza, provoca effetti negativi anche sulle liste di attesa relative agli interventi, con tempi che si allungano a dismisura. Una vicenda che si unisce alla carenza logistica che vede ancora nella concreta disponibilità dell’ospedale di una sola camera operatoria, in attesa del completamento dei lavori del blocco centrale che porterà ad una maggiore disponibilità. Ed allora cosa fare?
Da più parti si chiede un intervento di razionalizzazione sulla pianta organica. E’ necessario alzare la soglia dei chirurghi effettivi, magari collocando diversamente quanti hanno chiesto ed ottenuto l’esonero dall’attività d’urgenza. Rinforzare la prima linea dell’ospedale è il primo passo da compiere nel più breve tempo possibile. Stabilizzare i contrattisti potrebbe essere una cosa da prendere in considerazione. Sottovalutare il problema, mette solo in pericolo la vita di tutti.