Operazione “Masseria” sequestrati 25 immobili al clan Russo
Nola – Personale del Centro Operativo di Napoli della Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito dieci decreti di sequestro dei beni e consistenze economiche emessi dal Tribunale di Napoli, Sezione Misure di Prevenzione Presieduta dalla Dr.ssa DEL BALZO, riconducibili a:
1) RUSSO Pasquale, nato a Nola (NA) il 28.02.1947;2) RUSSO Salvatore Andrea, nato a Nola il 27.06.1958;3) RUSSO Carmine, nato a Nola il 12.10.1962;4) RUSSO Michele, nato a San Gennaro Vesuviano (NA) il 09.07.1974;5) RUSSO Antonio, nato a San Gennaro Vesuviano il 01.01.1979;6) RUSSO Domenico, nato a Nola il 24.11.1970;7) RUSSO Michele, nato ad Avellino il 24.05.1981;8) PANDICO Giovanni, nato a Liveri (NA) il 12.03.1961;9) SIRIGNANO Giovanni, nato ad Avellino, il 30.09.1980 (coniugato con RUSSO Maria Paola);10) CALIENDO Giovanni, nato a Nola il 17.07.1951. I fratelli Russo, Salvatore Andrea e Pasquale, allo stato detenuti dopo una latitanza durata circa 15 anni, sono stati raggiunti, nel tempo, da numerose ordinanza di custodia cautelare e sentenze di condanna, tra i quali diversi ergastoli. Il provvedimento ablativo, emesso ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione, è stato adottato a seguito di una proposta per l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale formulata dal Direttore della D.I.A., a seguito di articolate indagini di natura economico-patrimoniali. Il clancamorristico interessato è quello della famiglia RUSSO operante nell’area nolana. Il Clan camorristico, oltre ad essere considerato un gruppo di primo piano nella realtà criminale napoletana, si è distinto, già in passato, per la peculiare autonomia nei confronti degli altri gruppi criminali, compreso quello, storico, del Clan Alfieri. Nell’ambito del citato contesto criminale, le attività investigative condotte dalla D.I.A. poste alla base dell’odierno sequestro hanno consentito di acclarare che il Clan RUSSO, nelle figure apicali di Pasquale, Salvatore e Andrea RUSSO avevano creato un “indotto” economico-finanziario gestito da appartenenti al nucleo familiare caratterizzato da una capillare organizzazione e differenziazione dei ruoli. L’accumulo di considerevoli risorse finanziarie clan RUSSO è coinciso con la crescita imprenditoriale delle aree nolane ed in questo contesto il clan Russo ha man mano allargato le sue cointeressenze e, attraverso il controllo del territorio con mezzi illeciti, ha realizzato l’appropriazione di una parte dell’economia del nolano. Il contesto associativo, evidenziato dalle indagini della D.I.A. e dal provvedimento di sequestro, infatti, rappresenta la finalizzazione delle attività illecite della consorteria criminale, avente il doppio proposito: da un lato di impedire alle Forze dell’Ordine l’individuazione delle risorse patrimoniali e finanziarie di origine illecita e dall’altro di rendere tali risorse non solo produttive ma capaci di assicurare una fonte lecita di ricchezza, così dissimulando l’origine delittuosa del capitale investito. Le indagini hanno permesso di accertare la sproporzione tra i redditi dichiarati dai soggetti colpiti dal provvedimento e le loro effettive consistenze patrimoniali. In particolare, gli accertamenti tecnici di natura patrimoniale, supportati dalle investigazioni eseguite nella fase delle indagini di polizia giudiziaria effettuate da tutte le Forze di Polizia coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia napoletana, comprovano come il Clan RUSSO reimpiegasse i proventi di attività criminose in acquisti di beni immobili e di attività commerciali, attribuendo il controllo dei beni a prestanome o ai propri familiari. Le attività inerenti l’operazione di polizia hanno interessato il territorio nazionale (Milano, Torino, Firenze – dove sono stati sequestrati numerosi rapporti bancari – , Roma e Viterbo – dove è stata sequestrata una grande azienda agricola ed immobili-) . Tra queste attività si segnalano oltre 25 immobili, oltre a 29 appezzamenti di terreno, 13 società e 165 rapporti finanziari, 20 autovetture per un valore complessivo di 110 milioni di euro.