Novità: è mimetica la seconda maglia del Napoli
La seconda maglia del Napoli, quella che gli azzurri indosseranno in campionato, e se arriverà il permesso dell’Uefa anche in Champions League, è mimetica, di tipo militare, molto simile al modo in cui Lapo Elkann e Mario Balotelli avevano fatto dipingere le loro auto (rispettivamente una Ferrari e una Bentley), due pezzi unici. ”La useremo – ha commentato Aurelio De Laurentiis – come la nostra maglia da guerra”. La maglia ha tonalità prevalenti sul verde e sul marrone. La prima maglia è azzurra e la terza è gialla.
Nel tourbillon di maglie ci mancava la mimetica. Usando parole poco opportune nella serata in cui il Napoli ha ricordato le 38 vittime dell’incidente del bus finito in una scarpata, il presidente della squadra partenopea Aurelio De Laurentiis ha spiegato che ”la useremo come la nostra maglia da guerra”. Di sicuro la casacca di colore simile a quello della carrozzeria della Ferrari di Lapo Elkann fara’ discutere perche’ si tratta di una prima volta: fra le tante trovate di marketing applicato al calcio, alcune francamente discutibili, nessuno aveva ancora avuto un’idea del genere. C’e’ stato chi, come il San Lorenzo argentino, ha giocato con l’immagine di Papa Francesco sulla maglia, chi invece ha optato per le strisce gialle e rosse della bandiera catalana (ovviamente il Barcellona), ora arriva la tenuta napoletana da battaglia. Entrera’ di diritto nella lista della divise piu’ curiose, e per qualcuno troppo critico anche in quella delle piu’ brutte. A fare questo passo sulla strada dell’innovazione, e anche della provocazione, e’ stata l’italiana Macron, azienda bolognese che del Napoli e’ sponsor tecnico. La sua idea, almeno nel campo delle maglie da gioco, potrebbe fare tendenza anche se la primogenitura dell’idea di rilanciare la mimetica, ma non in campo calcistico, spetta a Lapo Elkann, grande creatore di mode. Intanto tra le maglie piu’ brutte rimarranno quella a meta’ tra il giallo e l’arancione utilizzata dal Barcellona nella scorsa stagione, l’altra mezza grigia e mezza arancione del Chelsea ai tempi di Gullit, e quella tigrata del Hull City di 20 anni fa, che nella classifica dei piu’ “ugly” in fatto di divise se la giocava con il Carlisle United. Da incubo anche la maglia dell’Australia del 1990, e poco apprezzate quelle ‘europee’ della Roma in dorata o in verde con bordi giallorossi, e della Juve in rosa con sponsor Balocco. Bocciata anche la maglia a sprazzi “surrealisti” dell’Athletic Bilbao del 2004: quella volta perfino una tifoseria, come quella della città basca, cosi’ attaccata alla propria squadra, non riuscì a perdonare chi aveva fatto quella scelta.