Nolano, rischio voragini:lo studio di Caccavale traccia la mappa del rischio

 

Nola – Sprofondare nelle viscere della terra senza nemmeno accorgersene: nel nolano è un rischio possibile. Il caso più clamoroso si è verificato nel luglio del 2010 quando a via Variante Sette Bis nel territorio ricadente nel comune Casamarciano, due donne furono letteralmente “ingoiate” dalla terra che improvvisamente si aprì sotto ai loro piedi. In quella occasione solo il pronto intervento dei Vigili del fuoco evitò il peggio.

Quello citato non è il solo caso recente. Tra quelli più importanti, sebbene non abbiano fortunatamente coinvolto altre persone, ricordiamo quello di via Pizzone, sempre a Casamarciano nel novembre del 2011, e quello di piazza Quattro novembre a Tufino. Ma voragini di vaste proporzioni si sono aperte anche nel corso dei ultimi nubifragi.

Il problema è che una certa parte del territorio nolano poggia, di fatto, su una vera e propria groviera. Cave dismesse, chiuse all’epoca in maniera rudimentale, oggi costituiscono un pericolo estremamente grave per la sicurezza collettiva. Soprattutto perché per molte di queste se ne è persa la memoria e l’ubicazione. Di recente un approfondito studio promosso per una tesi di dottorato presso l’Università Federico II da parte del geologo nolano, Gianfraco Caccavale, ha posto al centro del dibattito l’importante questione. La  tesi dal titolo “Analisi sistemica per una valutazione della suscettibilità al dissesto di territori dell’agro Nolano con presenza di cavità antropiche in tufo” è stata coordinata dal professor Maurizio Fedi ed ha visto il contributo dei professori Massimo Ramondini, docente di Geotecnica ambientale del Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Geotecnica ed Ambientale e Domenico Calcaterra, ordinario di Geologia applicata  presso il  Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e delle Risorse.

La stessa commissione composta da luminari della materia, tra cui i professori Roberto Tomàs Jover  (Dip. Ingegneria Civile,  Università di Alicante. Spagna ),  José Miguel Azanon Hernandez (Dip.  Geodinamica, Università di Granada, Spagna), Massimo di Gangi (Dip. Ingegneria Civile, Università di Messina),  Gaetano Ciarcia (Dip. Biologia Università di Napoli) e Ilaria Mazzini (Igag-Cnr), ha valutato in maniera molto positiva il lavoro sia per la sua valenza scientifica che per l’utilità in chiave di prevenzione dei rischi sul territorio.

“Lo studio – afferma Caccavale – è stato condotto in questi anni con grande accuratezza per definire la mappa delle cave di tufo, la cui estrazione nel territorio è terminata intorno agli anni settanta quando poi son state introdotte tecniche costruttive diverse come l’utilizzo del cemento armato”. La presenza di queste antiche opere sotterranee, a seguito dell’abbandono e della dimenticanza, ignote alle nuove generazioni, facilita l’innesco di pericolosi sprofondamenti di superficie, noti nella letteratura specialistica come “anthropogenic sinkholes”, che avvengono con una certa periodicità in alcuni centri  urbani del  nolano (Casamarciano, Tufino e Comiziano) e marginalmente in altri (Cicciano, Camposano), rappresentando a  macchia un pericolo immanente sul territorio, sulla stabilità del patrimonio edilizio antico e recente, sulle infrastrutture e sull’incolumità pubblica.

 

 

 

Nel tempo la calotta tufacea di queste cave si è assottigliata aumentando così la possibilità di apertura di nuove e profonde voragini soprattutto in occasione di precipitazioni o altre presenze idrauliche come le falde. Il problema è in primo luogo l’individuazione di queste cave ed in secondo la loro messa in sicurezza,

Temi che vengono affrontati nello specifico dallo studio che definisce una carta del rischio potenziale. Il lavoro è corredato da un ricco apparato fotografico ed offre anche soluzioni tecniche per un nuovo e più sicuro riassetto idrogeologico del territorio. Spunti che potranno essere molto utili ai piani di azione dei comuni e degli enti interessati. “La presenza di queste cave la cui precisa ubicazione non era nota – conclude Caccavale – mette a rischio la sicurezza di tutti ed al tempo stesso limita lo sviluppo urbanistico del nostro territorio”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *