Nola, writers imbrattano la città: necessario recuperare senso civico
Nola – Alcuni pensano che siano espressioni artistiche. Psicologi e sociologi potrebbero affermare che rappresentano la testimonianza di un profondo disagio. Forse, molto più semplicemente, si tratta di scarso senso civico che è alla base anche a Nola delle scritte che imbrattano gli spazi comuni, i muri dei palazzi storici piuttosto che quelli delle chiese.
Passeggiando per il centro se ne trovano diverse: a piazza Giordano Bruno per esempio. Nel mirino degli autori di recente è finita anche la chiesa del Gesù, importante testimonianza storica di epoca cinquecentesca. Solo qualche anno fa il complesso religioso è stato ritinteggiato. Scarabocchi di vario tipo, frasi senza senso, adolescenziali dichiarazioni d’amore imbrattano la parte esterna della chiesa posizionata in un punto di grossa affluenza visto che a pochi metri vi è la sede del Tribunale. Di certo tutto questo non rappresenta un bel vedere.
Ma anche altri punti del centro storico sono infestati da questo tipo di scritte, come nel caso di via Mercato. La grafomania non risparmia nemmeno il “borgo medioevale” alle spalle della chiesa di Santa Chiara. Ai principi degli anni 2000 la zona venne completamente riqualificata per poi precipitare nuovamente nel degrado, costringendo gli uffici comunali a sistemare un cancello che quasi sempre è chiuso. L’amministrazione Biancardi, segnatamente l’assessorato ai Beni culturali retto da Cinzia Trinchese, è pronta a varare un nuovo piano di rilancio dell’intera area, profittando dell’avanzamento dei lavori e del cantiere della chiesa nelle vicinanze. Ma il punto resta sempre lo stesso: come difendersi dalle smanie degli “imbrattatori”?
Certo si potrà dire che è necessario elevare la vigilanza e la sorveglianza. Giusto. Resta il fatto che tale tipo di fenomeno non può essere solo contrastato con la repressione ma anche con una prevenzione di carattere culturale ed educativo. Il problema è sicuramente generale ma se Nola sta compiendo ogni sforzo per diventare un nuovo ed importante riferimento turistico, la difesa delle importantissime testimonianze storiche presenti sul territorio dovrebbe rappresentare una prerogativa di tutti, in particolare dei più giovani.
Ed allora la questione rimbalza anche su altre istituzioni, come la famiglia e la scuola. “Occorre evidenziare in primo luogo – afferma il professor Salvatore Alaia dell’istituto Ambrogio Leone – che in molti casi un gruppo sparuto di persone è capace da solo di fare molti danni. Proprio per questo non bisogna non generalizzare. Al netto di questo – aggiunge ancora Alaia – è chiaro che il ruolo della scuola è fondamentale soprattutto per formare il cittadino di domani. E’ questa del resto la filosofia che portiamo avanti nel nostro istituto dove cerchiamo anche di rendere gli studenti consapevoli della storia e della cultura del nostro territorio. Tornando ai singoli episodi spero, come credo, che non abbiano alcun reale fine offensivo”.