Nola, via seminario: scoperte tombe durante uno scavo. Si attendono i risultati degli archeologici per stabilire la datazione storica
Nola – Saranno gli approfondimenti dei prossimi giorni a chiarire gli interrogativi circa i reperti archeologici ritrovati in un cantiere di via Seminario durante lo scavo per la realizzazione di un fabbricato. Le maestranze nel corso dei lavori si sono trovate dinanzi a strutture chiaramente risalenti ad un lontano passato. Ad intervenire è stato il personale della Soprintendenza che attraverso i rilievi di rito cercherà di stabilire la datazione storica dei reperti. Ad una prima osservazione appare abbastanza chiaro che si tratti di sepolture: al momento però non è ancora possibile stabilire il periodo nel quale vadano contestualizzate. Per questo, occorrerà attendere i risultati delle indagini in corso da parte degli archeologi. Ancora una volta il fulgido passato della città riemergere in tutto il suo splendore a pochi metri dal piano di calpestio. Ormai ogni qual volta si effettua uno scavo per qualsiasi tipo di lavoro è molta alta la probabilità di imbattersi in testimonianze che “raccontano” le varie epoche storiche che hanno segnato il territorio da sempre al centro di importanti dinamiche sociali, culturali, artistiche. Da alcune settimane, ad esempio, sono ripartiti i lavori presso il cantiere tra via Puccini e via Mario De Sena dove nei mesi scorsi furono ritrovate ben 58 tombe. Anche in quella occasione, infatti, durante i lavori di scavo per la costruzione di un fabbricato furono scoperte tombe appartenenti a due distinte epoche storiche, in particolare, un gruppo al VI e II secolo avanti Cristo e un altro al III e V secolo dopo Cristo. Ad intervenire in loco furono gli esperti e studiosi della Soprintendenza Archeologia della Campania che hanno provveduto a catalogare e rimuovere il prezioso materiale. I reperti ora sono conservati presso i depositi dell’ente e saranno oggetto di studio per approfondire ulteriori aspetti relativi alla storia e l’evoluzione del territorio nolano che sin da tempi remoti riscontra presenze antropiche che evidenziano la ricchezza e la forza attrattiva dell’intero agro. In particolare, nella tomba di una donna risalente a fine VI secolo fu ritrovato un prezioso vaso per profumo e unguenti importato da Atene e realizzato con la tipica tecnica a figure nere, raffigurante gli dei dell’Olimpo. Un dato che evidenzia come l’area nolana fosse a contatto con le culture più evolute dell’epoca, compresa quella greca. Ancora una volta si conferma la circostanza come la cultura abbinata al folclore possa rappresentare l’asse portante per lo sviluppo e la crescita del territorio soprattutto in chiave turistica. Una peculiarità che al tempo stesso rappresenta “croce e delizia” per la città. Se da un lato, infatti, i continui ritrovamenti rappresentano una chiara conferma della sua ricchezza, dall’altro lato provocano non pochi problemi circa il rallentamento nella realizzazione di opere pubbliche, l’impiego non irrilevante di risorse, la variazione in corsa delle opere stesse. Solo procedendo nel rispetto delle norme riuscirà a tenere insieme le esigenze di conservazione del passato e quelle di sviluppo.