Nola, università “seccata” dalle lungaggini per la sede, cerca a Casamarciano l’alternativa. Tudisco “Sarebbe un fallimento per l’amministrazione Minieri” . Permesso a costruire ancora non rilasciato
Nola – L’università Parthenope passa al piano “B”: per la scelta della sede, si paventa una “fuga” dalla città di Nola. Nella giornata di ieri, infatti, si è svolto un incontro tra alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale di Casamarciano ed i rappresentanti dell’ateneo, in particolare il rettore Carotenuto.
Al centro del confronto, la messa a disposizione, da parte del Comune di Casamarciano, di un’ area adatta alla realizzazione di una struttura ex novo, viste le difficoltà palesatesi a Nola. In poche ore, la notizia si è immediatamente diffusa, alimentando un “vespaio” di polemiche.
CRONISTORIA DELLA VICENDA
Da mesi, l’università ha attivato un iter per individuare la propria sede nella città bruniana. Un percorso “accidentato” che ha visto svilupparsi un dibattito affinché la stessa fosse più a ridosso al centro storico, conciliando la necessità di contenerne la galoppante desertificazione e mettere in campo un processo di rigenerazione urbana. Dopo la manifestazioni di interesse dell’ateneo, in cui, però, nessun bene comunale è stato formalmente candidato, la scelta dell’università è caduta su un’ area privata sita in via Madonne delle Grazie per la quale è stato richiesto il relativo permesso a costruire. Nel frattempo, il dibattito è andato avanti e come alternativa è stata proposta l’area delle “Casermette”, zona retrostante alla Caserma Amedeo D’Aosta, motivando l’opzione come maggiormente coerente agli standard urbanistici vigenti.
Ipotesi questa sostenuta dal comitato Movimento per Nola, sin dal mese di luglio, e che poi lo stesso sindaco ha sottoposto all’attenzione dell’ateneo lo scorso 24 dicembre. A gennaio, l’ opposizione ne ha fatto oggetto di una propria mozione, che però è stata bocciata dal Consiglio comunale.
Evidentemente, tutte queste lungaggini non sono state gradite all’ateneo che attraverso il rettore Carotenuto ha sempre sottolineato la necessità di procedere a “tappe forzate” per essere in sincronia con i tempi dettati dalla linea di finanziamento accordata dal Ministero. Certo, in altre occasioni, ha anche precisato che il progetto in essere riguarda una sede universitaria e non una decentrata e che poteva essere individuata solo in un comune con una “storia universitaria”. Prerogativa che in questo caso non sembra appartenere a Casamarciano. Ma questa è un’altra storia e la “Ragion di Stato” , si sa, prevale sempre.
Ad ogni modo, la vicenda sembra avviarsi ai “titoli di coda” con un finale che potrebbe essere amaro per la città di Nola che vede l’università allontanarsi, seppur di poche centinaia di metri, dal proprio territorio comunale.
Ma come si è potuti giungere a questo punto? A chiederselo sono in tanti, se le indiscrezioni dovessero, effettivamente, trovare conferma in atti ufficiali. “Mi sorprendono – afferma Giuseppe Tudisco, consigliere comunale di opposizione – le indiscrezioni diffuse circa la possibilità che l’università non scelga Nola quale propria sede, dopo che l’amministrazione comunale si è spesa ed esposta in tal senso. E’ strano poi come il permesso a costruire, avanzato da privato, per la concreta realizzazione della struttura, non sia stato ancora rilasciato, anche in considerazione di quanto emerso in Consiglio comunale. Forse le nostre osservazioni avevano un fondamento? Va da sé che l’università debba avere la propria sede a Nola: se questo non dovesse accadere, non vedo come l’amministrazione Minieri possa giustificarsi”.
NEI GIORNI SCORSI “BOCCIATA” DALL’UNIVERSITA’ L’IPOTESI DELLE CASERMETTE
La proposta era stata avanzata, nei mesi scorsi, sin da settembre, dal comitato Movimento per Nola. Lo stesso sindaco Minieri, in data 24 dicembre, aveva inoltrato tale ipotesi ai rappresentanti dell’ateneo. Ed ancora, nell’ultimo Consiglio comunale, l’opposizione aveva portato l’argomento all’attenzione dell’assemblea cittadina, ma la mozione fu respinta, nonostante l’ apertura di una parte della maggioranza.
L’altro giorno, il Rettore della Parthenope, Alberto Carotenuto, rispondendo al primo cittadino ha motivato il perché l’area delle Casermette non sia da considerare una soluzione praticabile per la definizione della sede. Riferendosi alla parte retrostante alla Caserma Duca Amedeo D’Aosta e alle strutture di servizio di cui si conservano le vestigia, così scrive: “Si tratta di ruderi la cui consistenza non è nota, sottoposti a vincolo specifico di tutela storica ed architettonica che comporterà la ricostruzione – restauro dei cespiti nella loro configurazione originale in uno, con il recupero dell’area verde, anch’essa sottoposta a vincolo, con tempi di realizzazione allo stato non quantificabili, attesa la difficoltà e la complessità delle procedure di progettazione, come reperimento di dati storici e di planimetrie, studi architettonici, sviluppo di progetti, tutti da sottoporre al visto di approvazione da parte della Soprintendenza”. Ma le difficoltà, secondo Carotenuto non sarebbero solo di natura progettuale, ma si manifesterebbero anche sul piano della realizzazione dell’opera, senza considerare i costi, presumibilmente elevati, relativi alla manutenzione dei cespiti e dell’area verde. “Inoltre in termini di superficie degli immobili – fa notare ancora Carotenuto – visti i vincoli normativi presenti, difficilmente potrebbero essere incrementati”. Infine l’area proposta, vista la vicina presenza dell’alveo Casamarciano, imporrebbe anche vincoli di carattere ambientale.
Preso atto della posizione dell’università, il sindaco Gaetano Minieri aveva dichiarato di lasciare porta al dialogo e al confronto sempre aperta, in particolare con le associazioni che da tempo si battono affinché la sede dell’ateneo sia individuata a ridosso del centro storico, per contenerne la sua galoppante desertificazione. “È chiaro che sono dalla parte di Nola, ma ci sono situazioni che vanno accettate pur nella consapevolezza che durante il percorso è necessario intraprendere azioni di tutela e salvaguardia continue. Come al solito – evidenzia Minieri – sono pronto ad incontrare le associazioni quando e dove vogliono in un confronto pubblico scevro da ogni altro intento e/o condizionamento, sempre e solo nell’interesse della città”. A stretto giro, giunge la replica del “Movimento per Nola” che si fa portavoce delle aspettative di una larga parte della cittadinanza.
“Ci sorprende – scrive il portavoce Guido Grosso – che proprio un istituto universitario, che dovrebbe costituire l’avanguardia culturale e scientifica per orientare il cambiamento in vista di un futuro più sostenibile, consideri il restauro di immobili storici un’operazione da scartare per le “difficoltà di progettazione e realizzazione … il tutto da sottoporre al visto di approvazione da parte della soprintendenza. Ma non è questa la sede per ribadire le nostre profonde e motivate ragioni della bontà della soluzione prospettata. Occasione di rigenerazione e non di aggravamento di situazioni urbane già critiche. Intanto, il permesso a costruire a via Madonne delle Grazie, sede prescelta dall’università, non è stato ancora rilasciato. Lo stesso Carotenuto ha sollecitato caldamente lo stato dell’arte della pratica al fine di poter rinnovare l’inserimento del corso di studi in Economia e Management nella banca dati del Ministero, ed il cui termine scade il prossimo 13 febbraio.