Nola, unione vincente tra Festa a Vico e Festa dei Gigli: presentata l’iniziativa
Nola – Nella giornata di lunedì – 27 maggio – presso l’aula consiliare del Municipio di Nola è stato presentato, in anteprima, il palinsesto del grande evento inaugurale della 1954° edizione della Festa dei Gigli che “incontrerà” la festa a Vico”.
Quest’anno, quindi, ci sarà questo connubio perfetto fra il patrimonio storico e culturale delle corporazioni di arti e mestieri della Festa dei Gigli e l’artigianato del cibo di qualità della Festa a Vico, che prima di approdare a Nola era stata sia a Milano che all’orto botanico di Napoli.
A presenziare l’iniziativa, il sindaco di Nola, Carlo Buonauro, rappresentanti di varie associazioni come la Fondazione Veronesi o i sostenitori dell’ospedale Santobono e il presidente della Fondazione Festa Dei Gigli, Francesco De Falco. “Apprezziamo i valori comuni tra la Festa dei Gigli e la Festa a Vico. Per entrambe – ha dichiarato il presidente De Falco – è importante l’artigianato, oltre ad altri aspetti come l’aiutare a far crescere i prodotti locali e a far conoscere le nostre realtà, anche per questo siamo qui”.
Presente all’evento, come ospite speciale, lo chef stellato Gennaro Esposito che ha spiegato come per lui la festa a Vico è stata la possibilità di fare uscire la sua parte più creativa e ha aggiunto: “La Festa vuole essere un momento di confronto tra noi chef, un collante, in un mondo – quello della cucina – che sta diventando troppo egocentrico. Noi dobbiamo arrivare a casa più ricchi di esperienze, consigli, aiutarci e questo è anche quello che ci ha spinto alla collaborazione con la Festa dei Gigli. Noi siamo partiti col progetto della Festa a Vico ben 21 anni fa e, ora, vogliamo far puntare i riflettori su questa parte d’Italia che ha una storia culinaria importantissima. Da semplice festa è diventata, anche, un momento di solidarietà importante che vuole valorizzare diversi settori dell’artigianato come, per esempio, quello vinicolo”. Sulla richiesta di paragonare Nola ad un piatto, il grande Gennaro Esposito – dopo un momento di riflessione – ha accostato la città bruniana alla genovese perché entrambi si spingono verso l’inimmaginabile: il piatto per i suoi sapori particolari; la città, invece, per la costruzione dei suoi imponenti obelischi “che sembrano voler toccare il cielo”.
Lo chef, inoltre, ha anche posto l’attenzione sui giovani – nel settore culinario e non solo – invitando a farli lavorare, ad avere fiducia nei loro progetti e nei loro investimenti “senza invidia o malizia”.
di Michelangelo Polise