Nola. Un secolo di carcere per la Nuova Alleanza Nolana
Si chiude con otto condanne il processo di primo grado nei confronti degli esponenti della nuova organizzazione criminale nata sulle ceneri del clan Russo. Il verdetto del secondo collegio del Tribunale di Nola, presieduto dal magistrato Agnese Di Iorio è arrivata nella tarda serata di ieri dopo una lunga camera di consiglio. Pugno duro del giudice che ha accolto gran parte delle richieste avanzate dal pubblico ministero Simona Di Monte della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Ecco le condanne: Pompeo Napolitano 17 anni di reclusione; Salvatore Taglialatela 16 anni di reclusione, Mario Siniscalchi 13 anni di reclusione, Francesco Tufano 13 anni di reclusione, Salvatore Menna 13 anni di reclusione, Salvatore Raimo 12 anni di reclusione , Aniello Calafato 7 anni e 6 mesi di reclusione; Maurizio Taglialatela 5 anni di reclusione. Gli imputati sono stati inoltre condanni anche al pagamento delle spese processuali e del risarcimento in favore delle vittime e del coordinamento delle associazioni napoletane antiracket. La sentenza assesta un colpo decisivo al cartello criminale che nella fase di indebolimento del clan Russo stava tentando di assumere il controllo delle attività illecite nell’area nolana. Il dibattimento ha svelato in modo chiaro gli scenari camorristici dell’area nolana dopo la fine dell’impero dei Russo. Niente spargimenti di sangue o faide per la successione. Un’alleanza tra tutti i gruppi criminali per non prestare il fianco alle forze dell’ordine che incalzavano. Un’ organizzazione che ricalca alcuni caratteri della Nco di Cutolo: una federazione tra le famiglie camorristiche del nolano e del vesuviano con una spartizione del territorio in comuni. Per ogni comune c’è il capozona. Il supporto operativo a questa nuova alleanza nolana veniva fornito dal clan “Moccia” che da sempre aveva puntato gli occhi sul territorio nolano riuscendovi in alcuni casi con i Di Domenico. A questa nuova federazione avevano aderito quasi tutti i nemici del clan Russo: Ruocco, Pianese, Moccia, Di Domemico e D’Avino. Due gli episodi estorsivi al centro del processo giunta alla conclusione. Chi prima pagava i Russo adesso doveva mettersi in regola con le nuove famiglie. È la storia dell’imprenditore savianese, titolare di un circolo ricreativo che nell’arco di sei mesi viene vessato da due organizzazioni criminali. Due estorsioni con mandanti diversi: il clan Russo e quello della nuova alleanza nolana. Viene ripulito non solo dei soldi ma anche della merce che possiede presso il suo negozio. È costretto a corrispondere ad un affiliato del clan 2700euro in ricariche telefoniche. Gli emissari della nuova alleanza nolana gli impongono anche la fornitura dei videopoker dalle ditte “amiche”. È il clan Russo che bussa per primo alla porta della vittima con una richiesta di 5mila euro per stare tranquillo. Soldi che come spiegano gli stessi estorsori servono a sostenere economicamente le famiglie dei carcerati. Gli arresti dei capi aprono la strada ai nuovi padroni del territorio: la Nan. Arriva la seconda richiesta estorsiva. La vittima non cede e denuncia tutto alle forze dell’ordine dando il via all’indagine prima e al processo poi.
Ecco lo Schema delle Condanne
Pompeo Napolitano 39 anni di Nola 17 anni di reclusione e 3500euro di multa.
Salvatore Taglialatela 50 anni di Scisciano 16 anni di reclusione 3mila euro di multa
Mario Siniscalchi 35 anni di Nola 13 anni di reclusione e 2800euro di multa
Francesco Tufano 28 anni di Saviano 13 anni di reclusione e 2800Euro di Multa
Salvatore Menna 39 anni di Nola 13 anni di reclusione e 2800Euro di Multa
Salvatore Raimo 40 anni di San Vitaliano 12 anni reclusione e 2mila euro di multa
Aniello Calafato 31 anni di Saviano 7 anni e 6 mesi di reclusione e 1800euro di multa
Maurizio Taglialatela 41 anni di Scisciano 5 anni di reclusione
di Pasquale Napolitano