Nola: tassa di scopo e 5 per mille per “salvare” il comune
Nola – “La tassa di scopo non è un provvedimento bolscevico”. Così l’assessore alle finanze del comune di Nola, Antonio Russo, ha risposto alle polemiche sollevate sulla questione da alcuni consiglieri dell’opposizione. “ In primo luogo, necessario chiarire quelli che sono i contorni normativi del provvedimento – ha dichiarato ancora Russo – non si può infatti parlare di cose di cui non si conoscono i riferimenti precisi e di conseguenza è necessario fare sull’argomento corretta informazione”. L’obiettivo dell’amministrazione, è stato chiarito in sede di conferenza stampa, svoltasi, ieri mattina, al palazzo di città è stato quello di avviare una patrimoniale seria che tenga conto anche e soprattutto dei criteri e dei principi di equità. “ Riteniamo che i criteri fissati rispondano al principio di equità fiscale a cui ci siamo sempre ispirati – ha aggiunto Russo – In particolar modo, abbiamo stabilito una franchigia di cinque unità abitative. Questo significa che la tassa di scopo si applica dalla sesta unità abitativa in poi. Chi si trova in questa condizione è verosimilmente da considerarsi titolare di un patrimonio consistente. E se spulciamo i numeri sicuramente si potrà convenire che il prelievo fiscale non è poi così gravoso se si considera che di norma da molte di queste unità abitative i proprietari riscuotono l’affitto. Va detto che tutto questo risponde ad una logica molto semplice e cioè che chi ha di più contribuisce in una misura maggiore, visto che siamo in un periodo storico dove a tutti è chiesto un sacrificio”. Per quanto concerne gli esercizi commerciali, quelli soggetti alla tassa di scopo, così come chiarito dallo stesso Russo, saranno unicamente quelli che hanno una dimensione al di sopra dei sessanta metri quadri. “In questo caso – ha affermato Russo – a pagare saranno i proprietari dei locali degli esercizi commerciali. Parliamo di una tipologia di locali che per la loro dimensione sono al di sopra della media. Volendo fare un esempio pratico chi possiede un locale commerciale di sessantuno metri quadri paga una tassa di scopo di circa 203 euro all’anno che non è poi questa cifra esosa se si considera che dal locale stesso si percepisce un fitto che come è noto è molto alto a Nola, soprattutto in centro”. Altra tipologia di immobili soggetta alla tassa di scopo sono i capannoni che rientrano nella categoria D1, oltre ai locali presenti all’interno di centro commerciale che pagano a partire da un metro quadro. “ In quest’ ultimo caso proprio per ragioni di equità – ha dichiarato ancora Russo – abbiamo chiesto un contributo maggiore ad insediamenti esogeni al territorio che tra l’altro per la ragioni che tutti conosciamo non hanno versato nemmeno gli oneri di urbanizzazione al comune di Nola. Proprio per questo non capiamo dove siano queste aberrazioni di cui si parla per un provvedimento che cerca di distribuire in maniera equa i sacrifici dei contribuenti, avvalendoci di uno strumento, quella della fiscalità locale che rappresenta al momento l’unico che possa garantire risorse economiche che ormai lo Stato centrale non concede più”
Parte la campagna del 5 per mille in favore del comune: servirà per finanziare le politiche sociali
Cinque per mille in favore del Comune. Parte la campagna di sensibilizzazione per il sostegno dell’ente locale. L’iniziativa è stata assunta in considerazione del grave momento di difficoltà che si sta attraversando. L’ obiettivo è quello di trovare nuove entrare che non siano solo e semplicemente i finanziamenti che alla fine vanno restituiti e che comportano anche oneri accessori come il pagamento degli interessi. Con il ricavato del cinque per mille l’amministrazione sosterrà le attività relative alle politiche sociali, settore in forte difficoltà, visti i tagli dello Stato centrale e della Regione. L’iniziativa si abbina con quella della tassa di scopo. L’ipotesi della tassa di scopo appare al
momento molto concreta, visto che il comune di Nola si trova, così come gli altri enti locali, stretto tra la morsa dei mancati trasferimenti delle risorse da parte dello Stato centrale ed i debiti fuori bilancio provenienti da passate amministrazioni. Come affermato più volte il provvedimento andrà a colpire solo patrimoni realmente consistenti. La leva della fiscalità locale è attualmente la sola che possa consentire le amministrazioni di uscire dall’ impasse i cui sono cadute. Una leva che però rappresenta anche un’ arma a doppio taglio da utilizzare con grande prudenza, visto che la pressione fiscale non può essere elevata più di tanto. Lo stato delle strade cittadine è certamente molto critico, una situazione che rappresenta un’ eredità pesante del passato. Negli anni scorsi, infatti, si è dedicato a questo tema davvero poca attenzione. In molti casi, addirittura, si sono costruito interi quartieri ed edificate zone senza prevedere alcun tipo di marciapiede. Uno stato dell’arte che è figlio di una forte carenza di programmazione urbanistica e di uno sviluppo disordinato e poco armonico. La tassa di scopo, dunque, viene applicata grazie alle recenti modifiche che permettono di coprire al 100% gli investimenti effettuati (prima era solo il 30%