Nola, scandalo assenteismo: mentre il 70 % dei giovani nolani è senza lavoro, 63 dipendenti del Comune beccati a fare altro nelle ore di servizio

Nola – Indignazione. E’ questo il sentimento scatenatosi alla notizia che ben 63 dipendenti del Comune Nola nelle ore di lavoro erano invece “impegnati” in faccende personali, come fare shopping o portare a spasso il cane. Tutto questo nel mentre oltre il 70 per cento dei giovani non ha un lavoro ed un altro restante sopravvive ad una precarietà cronica e mortificante.

E stavolta non siamo dinanzi ai soliti luoghi comuni sui fannulloni nella pubblica amministrazione ma a delle vere evidenze oggettive che inchiodano alle proprie responsabilità i soggetti coinvolti. Foto e filmati girati dalle telecamere nascoste dai Carabinieri rappresentano un consistente materiale probatorio a corredo dell’indagine,  che lasciano poco spazio alle interpretazione circa i comportamenti non regolari, ad essere buoni, dei “furbetti” del cartellino.

Nella giornata di ieri, nel corso di un blitz al Palazzo di città, gli uomini della Benemerita hanno notificato un avviso di conclusione indagini emesso dalla Procura di Nola a carico dei 63 dipendenti, ritenuti responsabili di truffa aggravata ai danni dello Stato e di false attestazioni o certificazioni. L’aspetto sconcertante della vicenda sta proprio nel numero di lavoratori coinvolti se si considera che il personale complessivo, in carico al Comune, è di circa 200 dipendenti: si tratta in sostanza di un terzo dell’organico. Un dato che evidenzia la presenza un vero e proprio sistema consolidato nel tempo caratterizzato anche da una mutua solidarietà nell’abbandonare il posto di lavoro e nel coprirsi a vicenda. Del resto, è stato dimostrato come alcuni dei dipendenti timbrassero fino a cinque cartellini di colleghi assenti. Le immagini dei video in questo sono eloquenti e non lasciano margini a dubbi. Addirittura emerge che i “furbetti” si erano organizzati in turni per andare a strisciare. I Carabinieri che in questi mesi hanno condotto le indagini non si sono solo limitati a registrare o filmare i comportamenti “fuorilegge” dei dipendenti coinvolti ma li hanno anche seguiti a distanza, quando si allontanavano dagli uffici, scoprendo come nelle ore di lavoro si intrattenessero a lungo al bar, piuttosto che a fare shopping. Particolari inquietanti che gettano nuovo discredito sul palazzo di città già funestato negli anni scorsi dallo scandalo di “Mandatopoli” che ha visto anche in questo caso alcuni dipendenti infedeli promuovere una vera organizzazione che ha prodotto negli anni un ammanco di circa un milione di euro. Una vicenda che ha già portato a severe condanne. Un malcostume che mortifica la città ma anche soprattutto la restante parte dei lavoratori del Comune che in maniera diligente assicura, non senza difficoltà, il funzionamento della macchina amministrativa ed i servizi ai cittadini. 

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