Nola, Rione Poverello: i cittadini denunciano pulizia parziale e insufficiente degli alvei. “Siamo abbandonati”
Nola – “Ogni volta che si oscura il cielo abbiamo veramente paura per la nostra incolumità”. E’ questo lo stato d’animo degli abitanti del rione Poverello all’indomani delle ultime grandi precipitazioni che ha provocato ancora una volta non pochi danni.
Ed accanto all’ennesima amarezza c’è tanta rabbia per gli interventi di manutenzione all’alveo che attraversa l’intera zona che arrivano, quando ci sono, puntualmente in ritardo e molto spesso risultano anche poco efficaci. Nel mezzo il solito rimbalzo di responsabilità che ormai dura da anni, tra Comune e Regione circa la competenza della pulizia dei canali. La stessa è in capo all’ente di palazzo Santa Lucia che però su questo obbligo è sempre inadempiente costringendo il comune ad intervenire in danno quando la situazione si tramuta in emergenza.
Ed è proprio la mancanza di una vera e propria programmazione alla base dell’ennesimo sfogo dei residenti non solo di Rione Poverello ma anche della vicina Masseria Canera, accomunati dalla stessa problematica.
“Una pulizia molto parziale – affermano i cittadini – dopo le nostre numerose proteste e segnalazioni è stata fatta solo a ridosso dell’allerta meteo. Un intervento molto approssimativo che però non ha riguardato la parte sottostante del piccolo ponticciolo che si trova proprio sull’alveo a rione Poverello”.
Ed è proprio la presenza dei rifiuti sotto il famigerato ponte il cuore del problema visto che in occasione della pioggia di fatto si forma il classico “tappo” che impedisce il normale decorso dell’acqua che finisce inevitabilmente per esondare dai margini del canale allagando tutta la zona circostante e invadendo l’intera area di detriti e dei rifiuti depositati all’interno dell’alveo. Un copione che si è ripetuto anche nel corso dell’ultima precipitazione e che ha interessato anche i vicini binari della Ferrovia dello Stato bloccando per diverse il traffico ferroviario sulla tratta divenuta impraticabile.
Ciò che chiedono da anni i residenti è in primo luogo una cavatura completa dell’alveo il cui livello nel tempo si è innalzato almeno di sei – sette metri. Gli stessi interventi poi devono rientrare in una logica di programmazione e di manutenzione ordinaria e non di superficialità legata molto spesso allo stato di emergenza. Anche quello fatto subito dopo l’ultima esondazione di qualche giorno fa viene giudicato completamente insufficiente visto che si è limitato solo a “spostare” detriti e rifiuti per consentire solo una maggiore via di fuga all’acqua. Nel concreto il materiale asportato è stato semplicemente accantonato ai lati del canale. Del resto, diversamente non si poteva fare visto che per stoccarli in un’ apposita discarica è necessario un accurato processo di caratterizzazione. Dunque passerà ancora del tempo prima di essere rimossi definitivamente. La stessa pulizia del famoso “tappo” sotto al ponte è stata effettuata con una ruspa e solo superficialmente non eliminando l’ostacolo che puntualmente incontra l’acqua quando l’alveo si ingrossa.
Il timore dei residenti è che alla prossima precipitazione la situazione sarà ancora così precaria e allora l’atavica paura del “cielo quando si oscura” si ripresenterà nuovamente insieme alla speranza che ancora una volta non accada l’irreparabile.