Nola, quale futuro per chiese e conventi del centro? Si proverà a riconvertirli come nuovi attrattori
Nola – Il cuore antico della città di Nola è ricco di chiese, conventi, e palazzi storici. Ne possiamo ritrovare la presenza quasi in ogni quartiere, strada, o piazza. Tutto questo a testimonianza del suo fulgido passato legato, in particolare, alla fine del Medioevo e l’inizio Rinascimento, grazie al grande impulso impresso allo sviluppo urbanistico e culturale dalla munifica famiglia degli Orsini, come testimoniato, tra l’altro, nei suoi scritti, dall’umanista Ambrogio Leone.
Oggi, però, molti edifici, un tempo fulcro della vita cittadina, versano in uno stato di profondo abbandono. In un’ ottica di una riqualificazione di un centro storico, sempre più agonizzante, andrebbero riconvertiti come nuovi attrattori.
E’ il caso, ad esempio, del convento della Pace sito in via Remondini, fino al 1980 fucina e centro di sana aggregazione dei giovani.
Dietro quelle porte sigillate con assi di legno e la sua facciata che “grida” tutto lo stato di abbandono a cui è stato relegato, si nasconde una storia straordinaria. Il complesso, nel periodo compreso tra il 1861 ed il 1909, ha assunto, addirittura la funzione di Cattedrale, in attesa della ricostruzione del Duomo dopo l’incendio avvenuto nel ’61 ad opera di anarchici.
Con il terremoto del 1980, la chiesa è stata definitivamente chiusa a seguito dei gravi danneggiamenti riportato e spesso diventa luogo di deposito indiscriminato di rifiuti. All’interno, a quanto pare, la situazione è allarmante con una folta vegetazione spontanea che ha ormai conquistato tutti spazi interni. Uno stato, segnalano i residenti, che rappresenta l’habitat ideale in cui soprattutto d’estate, si moltiplicano insetti e ratti che sovente si aggirano anche in strada. Una vicenda che nonostante sia ben nota in città ed alle istituzioni preposte è ancora lontana dalla soluzione. Il fabbricato è di proprietà della Chiesa che per la verità ha provato, negli anni, ad accedere, purtroppo senza successo, a diverse linee di finanziamento per avviare un programma di riqualificazione.
In uno stato di profonda incuria è anche Palazzo Marchese della Schiava in via Merliano. Il fabbricato più volte è stato oggetto di diversi programmi di recupero, tutti non andati a buon fine. L’ultimo in ordine di tempo è quello relativo alla realizzazione della nuova caserma della Guardia di finanza. Un progetto, sulla carta, ancora in piedi. A quanto pare, però, il residuo di finanziamento non consentirebbe il completamento dell’opera che dovrà tener conto anche delle prescrizioni della Sovrintendenza.
Gli ultimi interventi, quelli messi in campo qualche anno fa, sono stati di carattere strutturale ed hanno messo solo in sicurezza il volume. Sia Palazzo Marchese della Schiava sia il convento della Pace, sono stati indicati, da più parti , anche come possibile sede definitiva dell’università Parthenope, pronta ad investire oltre dieci milioni di euro. Una “partita”, quella della sede, che resta aperta visto che l’area di via Madonne delle Grazie è soggetta ad un cambio di destinazione d’uso da parte del Consiglio comunale, oltre ad essere lontana da qualsiasi collegamento. Vedremo come evolverà la vicenda, anche se l’ateneo è più orientato a costruire ex novo piuttosto che recuperare un edificio già esistente.
Altro gioiello, in pieno corso Tommaso Vitale, è la chiesa di Santa Chiara. Attualmente la struttura, è di proprietà del FEC (fondo edifici di culto) con un comodato d’uso a favore del Comune, siglato dall’allora ex assessore Roberto De Luca. La stessa, potrebbe essere utilizzata quale centro di mostre, eventi, piccole convention ma anche come punto di riferimento per la valorizzazione, anche attraverso sistemi multimediali, della tradizione dei Gigli. Su tutto questo è in corso uno specifico progetto, promosso dal gruppo consiliare Uniti per Nola, e portato avanti dall’assessore al commercio, Francesca Giglio.