Nola, piattaforma ecologica chiusa da quattro giorni senza preavviso: disagi per i cittadini “vittime” del braccio di ferro tra Comune e Buttol
Nola – La piattaforma ecologica di via Masseria Sarnella è chiusa da quattro giorni. Senza alcun preavviso e motivazione, il servizio è stato sospeso. Tanti i cittadini che si sono recati al centro raccolta dopo aver caricato le proprie auto di rifiuti e materiali da depositare che sono stati costretti a fare retromarcia.
Dal Comune nessuna comunicazione ufficiale. Anzi. l’assessore al ramo, Francesco Pizzella, contattato, ci ha addirittura riferito che il centro fosse aperto. Ancora oggi non si conosce la data di riapertura: anche ieri i cancelli erano chiusi. Neanche un cartello di avviso. Si spera che si possa tornare alla normalità a partire da domani.
Secondo indiscrezioni la chiusura sarebbe stata necessaria per consentire alcuni interventi di adeguamento della struttura. Secondo altri, quanto sta accadendo sarebbe solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, l’epilogo di uno scontro sotterraneo che si sta consumando tra l’assessorato all’Ambiente e la Buttol, società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in città. Quest’ ultima, infatti, ha già inviato nei mesi scorsi un decreto ingiuntivo, pari a quasi 700 mila euro, a cui il Comune non si è nemmeno opposto. Il provvedimento si riferirebbe a spettanze non pagate, relative al secondo semestre 2019.
Ad inasprire i rapporti, anche il blitz di “ferragosto” (lo scorso 15 agosto) della Polizia Municipale proprio ai danni della Buttol che evidenziò unità lavorative assenti senza giustificazione e non opportunamente sostituite dalla società, oltre che tre automezzi fermi presso l’isola ecologica di via Sarnella per fermo tecnico mai comunicato. In quella circostanza vennero elevate anche quindici contravvenzioni per violazione al codice della strada.
A tutto questo va aggiunta la sospensione per due mesi del servizio di raccolta speciale dei rifiuti Covid. Uno stop causato per il mancato pagamento alla Buttol di alcune spettanze del 2020 e di quelle maturate fino ad oggi per 2021 (annualità per la quale manca anche l’affidamento). Anche in questo caso, si paventa all’orizzonte un nuovo decreto ingiuntivo di circa 400 mila euro. Inoltre resta la profonda incertezza su dove siano finiti i rifiuti provenienti da nuclei familiari con almeno un componente affetto da Covid, durante il periodo di sospensione.
“Un braccio di ferro” che si spera possa terminare quanto prima, perché alla fine a pagare è sempre e solo il cittadino.