Nola, ospedale: la sigla sindacale Fsi invoca lo stato di agitazione “All’Obi siamo in piena emergenza e mancano anche i parametri di sicurezza”
Nola – La Federazioni sindacati indipendenti proclama lo stato di agitazione di tutti i lavoratori dell’ospedale di Nola. Il “pomo della discordia” resta ancora la questione relativa alla situazione dell’Obi, il reparto di osservazione breve intensiva all’interno del Pronto soccorso. Con una missiva indirizzata al commissario straordinario e all’amministrazione centrale dell’Asl Napoli 3 Sud si fa presente ancora una volta lo stato di difficoltà patito con l’avvio delle attività dell’Obi nonostante le forti carenze strutturali e di personale. “Nonostante le nostre precedenti segnalazioni nulla è stato fatto fino ad oggi. Il reparto necessita di un numero adeguato di infermieri e di personale Oss che attualmente non ha”. E’ quanto si legge nel documento che però sottolinea un’altra grave criticità: secondo la sigla sindacale, l’Obi non sarebbe stato oggetto nemmeno degli obblighi di legge circa la sicurezza in particolare della “Valutazione dei rischi”. Proprio per questo “Si presume – si legge ancora nella nota – che il reparto non abbia nemmeno il collaudo”. La Fsi chiede urgentemente un incontro per risolvere la questione. Il nuovo Pronto soccorso inaugurato circa due anni fa, serve circa 600 mila utenti e si sviluppa su circa mille metri quadrati con triage,una zona filtro, tre stanze di codice verde, due grandi locali che si suddividono in otto posti monitorizzati per codice giallo e codice rosso.“La carenza di personale era già cronica –affermano ancora i sindacati – adesso con l’attivazione di un reparto di osservazione breve è evidente che nonostante l’assegnazione di altri tre infermieri, non si riesce comunque a coprire il fabbisogno organico e rimane così una grave carenza di personale infermieristico e di operatori socio sanitari ancora insufficienti rispetto all’esigenza. Si continua ad essere contradditori e mostrare troppi rischi sia per l’assistenza dei cittadini che per l’integrità fisica degli operatori”. Nelle settimane scorse si era addivenuti ad una sorta di accordo per l’apertura parziale dell’Obi, poi avvenuta, che doveva entrare in funzione solo con quattro posti letto a fronte dei nove totali. Per tale nuovo servizio, atteso già da due anni, era stato promesso l’arrivo di cinque nuovi infermieri. L’Obi è stato è stato attivato ma di infermieri ne sono arrivati solo tre. Di qui la levata di scudi della gran parte delle sigle sindacali. “Non si può andare avanti con gli straordinari: non è così che si risolve problema strutturale –concludono i sindacati – vanno ottimizzate le risorse umane soprattutto per quanto concerne gli esuberi dei distretti così come abbiamo più volte sottolineato. E questo non solo per quanto riguarda gli infermieri ma anche e soprattutto il personale socio sanitario di cui mancano almeno 69 unità complessive per tutto l’ospedale”.