Nola, ospedale: continua l’emergenza psichiatrica

Nola – Ancora l’emergenza psichiatrica al centro delle priorità dell’ospedale di Nola. A sollevare nuovamente la questione è la Cgil tramite uno dei suoi esponenti, Michele Maddaloni.

“Ancora una volta i recenti casi di pazienti psichiatrici che sono ricorsi alle cure dell’ospedale di Nola hanno mostrato tutte le carenze nel settore che patiscono gli utenti di questo territorio”. Chiosa Maddaloni. Il problema secondo la Cgil sta nella carenza del servizio dovuto alla scarsità di personale, alla contraddizione di certe disposizioni, ed alla mancanza di strutture adeguate nel territorio. Proprio per questo la sigla sindacale chiede sull’ importante tematica l’apertura di un tavolo di confronto tra le parti e l’amministrazione sanitaria.

Gli affanni cominciano sin dall’arrivo di un paziente psichiatrico la cui tipologia richiede già di per sé un’ attenzione e una cura molto particolari. Nella struttura del nuovo Pronto soccorso all’interno del servizio di osservazione breve erano previsti due posti per pazienti psichiatrici. Al momento è l’intero reparto dell’Obi a non essere in funzione per la mancanza di personale. Un passo in avanti si è compiuto circa la consulenza psichiatrica che in forza di un protocollo viene eseguita dal locale centro di igiene mentale. La vera criticità sorge quando è necessario sottoporre il paziente in causa ad un trattamento sanitario obbligatorio, quando dopo ore di attesa il trasferimento verso la struttura di psichiatrica più vicina che in questo caso è Torre del Greco, viene eseguito dal personale del Pronto soccorso e non da quello del 118, depauperando ancor di più il già debole reparto.

La struttura di Torre del Greco a sua volta con i suoi soli 16 posti letto deve soddisfare un’ utenza di oltre un milione di euro.

 In tutta l’area nolana, invece, nonostante la complessità e la vastità del territorio, a mancare è proprio un reparto di psichiatria presso l’ospedale di Nola, oltre che una serie di strutture intermedie che possano consentire al paziente di usufruire di tutte quelle azioni riabilitative, spesso da praticare lontano dal nucleo familiare.

E l’assenza di questo tipo di strutture, in molti casi, produce anche delle vere e proprie storture nell’assistenza, visto che molti pazienti, alla fine, vengono ricoverati addirittura in ospizi o case di riposo che sono completamente inadeguati allo scopo. La recente chiusura dei centri di crisi ha reso la situazione della psichiatria nel territorio ancor più grave di quanto non lo fosse già “rendendo il servizio sanitario piegato unicamente a logiche di taglio e non di funzione” conclude amaramente Maddaloni. 

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