Nola, museo della cartapesta: per uscire dall’impasse va semplificato il progetto. L’architetto Barbato avanza l’ipotesi di un laboratorio per le botteghe degli artigiani storici

Nola – Ormai da anni svetta, in piazza D’Armi, con il suo scheletro in legno lamellato consumato dall’incuria. Doveva rappresentare le fondamenta dell’ambizioso progetto del museo della cartapesta, elaborato agli albori del nuovo millennio:ora rischia di diventare una vera e propria cattedrale nel deserto. Tanti gli ostacoli che si sono palesati nello sviluppo del programma dei lavori che avrebbe dovuto realizzare un vero e proprio punto di attrazione circa la lavorazione della cartapesta legata alla costruzione dei Gigli. Prima, il ritrovamento dei resti delle antiche mura della città che hanno costretto ad una variazione del progetto originale; poi una serie di problematiche di tipo burocratico che hanno fortemente rallentato i lavori. Infine il contenzioso con l’impresa aggiudicatrice dell’appalto che ha avanzato al Comune addirittura una richiesta di risarcimento danni: insomma, un groviglio di circostanze quelle che si sono susseguite che  rendono ancora attualmente difficile andare avanti. Per uscire da questo impasse occorre solamente rimodulare il progetto che appare sovradimensionato a quello che sono le reali esigenze e possibilità. In più di un’occasione, a ribadirlo, sono stati diversi tecnici. L’ipotesi originale infatti prevede due lotti, già finanziati, entrambi di carattere espositivo. Un terzo, ancora da finanziare, vengono previsti i laboratori per le botteghe di cartapesta. Un impianto di questo tipo appare oggi ben lontano dall’essere concretamente realizzato. Lo stesso sindaco Geremia Biancardi ha evidenziato come l’unica possibilità per recuperare il progetto sia quella operare una semplificazione. Nei giorni scorsi, l’architetto Maurizio Barbato, studioso della storia della città, ha presentato al Comune e alla Fondazione Festa dei Gigli, un’ ipotesi di rivisitazione della struttura che oggi versa in condizioni di totale abbandono. L’idea di base è quella di concentrare tutti gli sforzi, comprese le risorse ancora disponibili, sul completamento dello scheletro in legno lamellato; al tempo stesso costruire la sede unica dei laboratori delle botteghe storiche della cartapesta la cui tradizionale attività è seriamente pregiudicata dalla mancanza di spazi adeguati per svolgere il proprio lavoro e che custodisca  in piena sicurezza il grande patrimonio artistico costituito da antichi calchi e pezzi molto pregiati di cartapesta. La proposta mira a  costituire un luogo che possa essere di riferimento anche per i giovani cartapestai, garantendo a questi artigiani un nuovo modo di lavorare seppur nel pieno rispetto dello spirito della tradizione. In mancanza di ciò, l’arte della cartapesta, da secoli tratto distintivo della città, rischia seriamente di sparire travolta dalle nuove esigenze. “Si tratta di un’ idea – spiega Barbato – che costituirebbe una sorte di esposizione attiva, un museo interattivo nel quale l’osservatore può godere delle opere di pregio artistico realizzate dai nostri maestri e nel contempo essere affascinato nell’assistere dal vivo alla manifattura. Un progetto che potrà restituire maggiore dignità all’attività di questi artigiani essere foriera di altre iniziative come corsi di formazione di alternanza scuola lavoro”

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