Nola, la chiesa dei Santi Apostoli torna al culto. Si attende la sottoscrizione della convenzione approvata dal Commissario prefettizio che affida la struttura alla Curia per nove anni
Nola – La chiesa dei Santi Apostoli sarà affidata in gestione alla Chiesa e potrebbe nuovamente ritornare alla sua originaria funzione di culto.
È quanto si apprende dalla delibera del commissario prefettizio, pubblicata lo scorso 10 giugno, con la quale si approva lo schema di convenzione tra il Comune, titolare del bene, e la Diocesi di Nola. La stessa non è stata ancora ufficialmente sottoscritta dalle parti, ma la formalizzazione dovrebbe avvenire a breve.
Si tratta, nello specifico, di un comodato d’uso gratuito a favore della Diocesi di Nola che avrà durata di 9 anni a partire dalla data di sottoscrizione.
Si avvia alla conclusione, quindi, una vicenda che ha tenuto banco in questi ultimi due anni. La chiesa dopo decenni di chiusura, a seguito del terremoto del 1980, fu riaperta alcuni anni fa, nel corso dell’amministrazione Biancardi, diventando uno straordinario centro culturale, grazie anche all’impulso dell’ assessorato ai Beni culturali dell’epoca ,retto dall’allora assessore Cinzia Trinchese e all’apporto dell’associazione Meridies (a cui venne affidata la gestione dopo l’aggiudicazione di un bando)
Con l’amministrazione Minieri, complice anche la pandemia, non si è riusciti a rinnovare la convezione con l’associazione che la teneva in gestione e la chiesa è tornata nuovamente a chiudere i battenti.
A pochi giorni dall’insediamento del nuovo sindaco, ecco che arriva, su indirizzo della Commissione prefettizia, la delibera dello schema di convenzione in questione che concede alla Diocesi il comodato d’uso. Una decisione che non ha mancato di suscitare anche qualche polemica, vista l’assenza di una reale urgenza del provvedimento. Ragioni di opportunità, si dice, avrebbero potuto lasciare totalmente nella disponibilità del primo cittadino, quale rappresentante della volontà popolare, la possibilità di potersi esprimere in merito. Ma ormai il dado è tratto.
Cosa prevede nello specifico la convenzione?
All’articolo 2 si legge che la “Comodataria (Diocesi) durante l’efficacia del rapporto contrattuale si impegna a concedere al comodante (Comune), l’utilizzo della chiesa per manifestazioni e/o eventi culturali, secondo la necessità dell’Ente e con preavviso di almeno 15 giorni”.
All’articolo 3, circa le finalità si legge ancora “ Il contratto è a titolo gratuito ed ha come scopo – per entrambe le parti- di rendere pienamente fruibile la chiesa alla comunità nolana, in conformità alla sua destinazione al fine di consentirvi l’esercizio del culto, ai sensi dell’articolo 831 del codice civile, nonché per migliorare la fruibilità a favore della collettività”. Una disposizione, quest’ultima, che prende le mosse dalla circostanza che la chiesa non è mai stata sconsacrata. Secondo alcuni, addirittura, sarebbe in discussione la stessa proprietà in capo al Comune. A conforto di questa ipotesi, sempre stando ad alcune voci, ci sarebbero dei documenti che dimostrerebbero come la titolarità di una della chiese più suggestive ed antiche del territorio nolano sia a favore dell’ autorità ecclesiastica. Una storia, dunque, che non mancherà anche nei prossimi mesi, di arricchirsi ancora di qualche colpo a sorpresa.
Nel frattempo, la Curia seppur contattata, preferisce in questa fase il “No comment”, riservandosi di esprimersi dopo la sottoscrizione della convenzione.