Nola: il Tar “boccia” la Stazione unica appaltante

Nola – Ancora un nuovo colpo di scena nella lunga e complessa vicenda di via Cimitile. Una vicenda di carte bollate ricca di capovolgimenti di fronte che hanno rallentato la realizzazione di un’ opera estremamente importante per la viabilità cittadina. Alla fine, però, a spuntarla sulla Stazione Unica Appaltante è stata la ditta ricorrente che si è vista riconoscere le proprie ragioni. In particolare, la stessa si era appellata al Tar dopo la decisione della Stazione Unica appaltante di annullare la gara espletata, indicendo un nuovo bando. Nel dispositivo, il Tar Campania ha “ rivelato un illegittimo comportamento della Stazione unica appaltante che in pretesa esecuzione della citata sentenza di questa sezione ha rinnovato il procedimento di gara ritenendo che in gara fosse rimasto un solo concorrente, in quanto unico presentatore di un’ offerta valida”. In pratica, in una precedente pronuncia il Tar Campania aveva accolto il ricorso dell’azienda in merito all’aggiudicazione operata dalla Stazione unica appaltante, ritenuta illegittima. Decisione, quella del Tar, alla quale l’avvocatura di Stato si era a sua volta appellata. Ma alla vigilia della decisione del Consiglio di Stato, la stessa avvocatura di Stato aveva chiesto di rinunciare al proprio ricorso, avendone riscontrato, strada facendo, l’incongruità. Il livello superiore di giustizia amministrativa aveva, dunque, confermato il giudizio del Tar ed al tempo stesso condannato l’avvocatura di Stato al pagamento delle spese legali alla società ricorrente. Fin in qui la cronostoria delle puntate precedenti che tutto lasciava presupporre in un inizio dell’opera. Ecco però il colpo di scena. La Stazione Unica Appaltante decide di annullare la gara ed indire un nuovo bando, affermando il principio che la stessa era andata “deserta”, visto che lo stesso Tar aveva evidenziato che gli altri concorrenti non avevano i requisiti necessari e che quindi a partecipare era stata una sola azienda. A questa decisione della Stazione unica appaltante l’azienda in questione ha proposto nuovo ricorso dinanzi al Tar che ha smontato il principio della “gara deserta”, visto che i plichi erano stati comunque aperti ed esaminati. Inoltre, il nuovo bando presentava criteri diversi da quello originario. La Stazione unica appaltante è stata poi condannata altresì al pagamento delle spese legali che ammontano a circa 8000 euro. Ora l’interrogativo che tutti si pongono è se la vicenda si può dirsi realmente chiusa. La Stazione unica appaltante ha ora 30 giorni dal deposito della sentenza per proporre eventuale ricorso al consiglio di stato. L’ auspicio è che la vicenda possa chiudersi quanto prima al fine di scongiurare ulteriori perdite di tempo. L’ intera questione ha però evidenziato in qualche modo il problematico funzionamento della Stazione unica appaltante che ha come obiettivo di garantire efficacia e trasparenza nella gestione degli appalti, ma che alla fine sembra aver appesantito l’intero sistema.

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