Nola, il nuovo foro boario una delle prime pianificazioni urbane extra -moenia
Nola – Per la particolare posizione del territorio e per la ricchezza delle campagne, Nola in passato è stato uno fra i più importanti centri del mezzogiorno di mercati e fiere di tutti i generi e, in special modo, di bestiame bovino, ovino e suino.
Nell’area a ridosso della chiesa del Carmine, a forma rettangolare e all’interno nell’abitato urbano, luogo in cui si ergevano le mura difensive della città, nella seconda metà dell’ottocento era presente il Foro Boario, il mercato del bestiame.
Un luogo in cui numerosi commercianti si riunivano e dove si svolgevano le attività di vendita del bestiame. Spesso tali attività si praticavano in condizioni antigieniche che procuravano disagio, in particolare, alle abitazioni che per tre lati circondavano il Foro Boario.
Questa situazione generò gravi inconvenienti. Nacque così la necessità di una diversa ubicazione e di una più razionale organizzazione del mercato del bestiame.
Lo svolgimento del mercato comportava anche altre problematiche legate al traffico cittadino che congestionava, in particolar modo, via Anfiteatro Laterizio.
Per questo motivo si pensò di risolvere due problemi, da un lato la dislocazione del Foro Boario in una zona distante dall’abitato, dall’altro la realizzazione di una nuova arteria, l’attuale via Mario De Sena, per decongestionare il traffico troppo intenso su via Anfiteatro Laterizio.
Nel 1939 venne redatto dall’ufficio tecnico comunale il progetto del nuovo mercato del bestiame e del nuovo asse stradale che collegava via Anfiteatro Laterizio con via San Massimo, approvato nel giugno dello stesso anno.
Il progetto prevedeva la realizzazione del mercato con gli uffici amministrativi, le stalle di sosta per 300 animali, il deposito dei foraggi, i locali per i custodi ed anche un piano di carico che era a diretto contatto con la ferrovia dello Stato posta a breve distanza dal mercato.
Inoltre la nuova strada progettata, in questo modo, avrebbe facilitato l’accesso al mercato senza troppo congestionare le vie cittadine.
Il progetto venne approvato anche dal Genio Civile ma a causa del conflitto bellico le opere vennero realizzate solo alla fine degli anni ’50 e completate nel 1961 con varianti rispetto al progetto originario.
Anche in questa vicenda non mancò chi si oppose alla realizzazione del progetto. In particolare, l’ingegnere Carlo Minieri, probabilmente in rappresentanza dei proprietari dei suoli che dovevano essere espropriati, produsse una relazione che conteneva i motivi per i quali non si sarebbe dovuto procedere allo spostamento e alla realizzazione in quel luogo del Nuovo Foro Boario.
Tra le ragioni si evidenziò la presenza di manufatti archeologici della Nola romana, consistenti in resti antichi delle mura del periodo romano ed anche dell’anfiteatro.
La dislocazione del Foro Boario costituì una delle prime pianificazioni urbane extra moenia su di un’area, che ancora alla metà del novecento, era priva di costruzioni e dove affioravano le strutture di epoca romana.
di Maurizio Barbato
Foto Leonardo Avella, Cronaca Nolana, IGEI Napoli