Nola, il mistero dei rifiuti Covid. Dove sono finiti dal 26 agosto in poi? Nel muro contro muro tra Comune e Buttol a pagare è la salute di tutti
Nola – La domanda è una sola: dove sono finiti i rifiuti Covid delle utenze domestiche dal 26 agosto ad oggi? La vicenda del servizio di raccolta dei rifiuti Covid sta assumendo sempre più i contorni di un “giallo”. La risposta all’interrogazione del consigliere di opposizione Rino Barone, firmata dall’assessore ambiente, Francesco Pizzella, non ha fatto altro che alimentare le preoccupazioni rispetto ad un quadro del contagio che ormai è prossimo a toccare i 500 casi.
Nel documento, infatti, si ammette – di fatto – che dal 26 agosto fino a pochi giorni fa (si spera), il servizio di ritiro ad hoc dei rifiuti dalle utenze domestiche, con componenti affetti da Covid, non è stato svolto. E questo, nonostante le linee guida del Ministero prevedano che tutti i rifiuti, provenienti da abitazioni in cui vi siano uno o più pazienti Covid, vengano raccolti in maniera non differenziata, in un unico bustone, e depositati fuori al domicilio di casa, previo accordo con la società addetta al ritiro. Quest’ultima interviene con personale dotato di opportuno equipaggiamento e tute speciali. Gli stessi vengono poi smaltiti definitivamente presso l’inceneritore.
L’atroce dubbio è che i rifiuti siano stati raccolti, in assenza del servizio, in maniera promiscua, in barba alle prescrizioni vigenti.
Tutto questo ha influito – anche in maniera indiretta -rispetto all’ aumento dei contagi?
La domanda è destinata a rimanere senza risposta (almeno per ora), come il quesito dello stesso consigliere Barone nell’ultimo Consiglio comunale in cui chiede se si può escludere la correlazione “causa – effetto tra la sospensione” del servizio e l’ incremento dei casi.
Quello che più lascia sconcertati è che il Comune, se da un lato raccomandava di attenersi scrupolosamente alle norme di contenimento della pandemia, dal 26 agosto in poi, non ha garantito il servizio relativo alle utenze affette da Covid.
Per tutto l’anno 2020, il servizio supplementare è stato svolto con regolare affidamento alla stessa ditta aggiudicataria dell’appalto del servizio smaltimento dei rifiuti, la Buttol.
I problemi sono iniziati nel corso del 2021, quando il servizio in oggetto è stato sospeso in quanto la società lamentava mancati pagamenti per 220 mila euro. L’ultimo ritiro si registra lo scorso agosto.
Da parte sua, il Comune ha contestato la richiesta di pagamento da parte della Buttol a seguito di chiarimenti da parte dell’Istituto Superiore di Sanità circa “la natura – così come si legge nella risposta dell’assessore Pizzella – nel regolare ciclo dei rifiuti, ma con determinate precauzioni”.
La Buttol nonostante i solleciti a riprendere il servizio, ancora il primo dicembre avanzava richiesta di pagamento per ripartire. Una posizione che spingeva il Comune ad avviare la ricerca di altre ditte a cui affidare il servizio. Poi il 18 dicembre scorso, “magicamente”, la Buttol inviava una nota in cui si dichiarava disponibile a riprendere il servizio circa i rifiuti Covid a costi del 70 per cento minori degli iniziali (inizialmente si faceva riferimento ad 80 euro settimanali, oggi a 30 euro ad intervento con il ministero che consiglia dai 3 ai 5 interventi settimanali), come si legge nella dichiarazione dell’assessore Pizzella.
Un “tira e molla” durato mesi che ha visto nel mezzo la salute di tutti i cittadini messa a grave rischio a causa della sospensione, durata mesi, dell’attività prevista.