Nola, il complesso di Sant’Angelo in Palco chiuso da dicembre: incertezza e preoccupazione sul futuro del convento

Nola – Da alcuni mesi uno dei pezzi pregiati del patrimonio storico artistico della città langue nell’abbandono. Il suggestivo complesso di Sant’ Angelo in Palco è chiuso dal mese di dicembre. La decisione è stata assunta dal padre provinciale dei francescani responsabili e proprietari del convento.

Al momento non si celebrano più messe e soprattutto sono state sospese tutte le attività culturali, comprese le visite che volontari del territorio promuovevano per valorizzare il sito. Il complesso fu costruito per volontà di Raimondo Orsini nel 1400 e rappresenta una delle testimonianze più evidenti del fulgido passato della città. Al suo interno vi sono contenuti preziosi dipinti e rilevanti opere d’arte. Inoltre sono allocati i sepolcri dello stesso Raimondo Orsini, Elena d’Aragona, ed Enrico Orsini, ultimo conte della città di Nola.

Tutto questo è al momento sotto chiave. I motivi della chiusura non sono ben noti:in città per la verità la notizia non è ancora di dominio pubblico ma i più sensibili e coloro che da sempre sono attenti alle vicende culturali del territorio si mostrano preoccupati. C’ è addirittura un’ indiscrezione che circola che vuole che il complesso potrebbe essere messo in vendita. Del resto, la sola manutenzione ordinaria non è cosa da poco.

Fino a qualche anno fa il padre francescano che si occupava del complesso era riuscito ad abbinare all’attività di culto anche quella ricettiva concedendo la possibilità agli sposi di poter celebrare il convivio nuziale usufruendo dei locali del convento. Una prassi osteggiata da molti operatori e vista non di buon occhio anche da alcuni ambienti della Chiesa che però teneva in vita il complesso. Vi erano orari prefissati per l’ apertura del complesso mentre le risorse economiche “prodotte in loco” erano sufficienti affinché la stessa manutenzione ordinaria fosse piuttosto curata. Il risultato finale era la presenza di numerosi visitatori che da dicembre non ci sono più. E la cosa che più preoccupa è che nessuno conosce il reale destino del convento che il conte Raimondo Orsini volle che dominasse la città dall’alto.

La vicenda riapre nuovamente il difficile tema dei beni culturali presenti sul territorio cittadino. Molti di questi, dal villaggio preistorico all’anfiteatro romano, compreso il convento di Sant’Angelo, non appartengono al comune di Nola. Nonostante tutto l’ente locale è il solo che finisce sempre al centro delle polemiche, sebbene rispetto a molti dei  siti  che vivono situazioni di criticità non abbia alcuna competenza se non quella della pressione politica che in molte circostanze c’è stata sulle istituzioni responsabili, come nel caso del villaggio preistorico, ma i problemi purtroppo sono ancora lì in attesa di soluzione.

Nel frattempo a bilanciare la cattiva notizia del convento di Sant’Angelo vi è quella relativa al completamento della facciata della chiesa di Santa Chiara. La svolta dopo anni di impasse si è avuta alcuni mesi fa allorché il sindaco Geremia Biancardi è riuscito ad ottenere dal Fec, ente del ministero degli Interni, il comodato d’uso del bene. L’intervento in corso è portato avanti di concerto con la Sovrintendenza. 

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