Nola, i lavoratori dell’acquedotto in agitazione: “Temiamo per il nostro futuro”
Nola – Stato di agitazione dei lavoratori dell’acquedotto di Nola di via Arno. Nella giornata di ieri i venti dipendenti della Gemis, titolare dell’appalto di gestione dell’impianto che si occupa della fornitura idrica per l’area nolana, hanno manifestato il proprio disagio per le precarie condizioni di lavoro e per l’incertezza circa il loro futuro. Da circa due mesi e mezzo non percepiscono lo stipendio mentre solo di recente hanno incassato le mensilità pregresse. Una situazione che progressivamente si è resa sempre più pesante a partire dagli ultimi anni con pagamento addirittura semestrali. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’indiscrezione secondo la quale non vi sarebbero garanzie per gli stipendi dei mesi successivi. Di qui la decisione di aprire una vertenza per capire realmente come stanno le cose. Nel corso della mattinata sul posto sono giunte le forze dell’ordine oltre ai rappresentanti della Regione che hanno assicurato l’interessamento sul caso. Per martedì prossimo è prevista una manifestazione a Napoli presso la sede di Palazzo Santa Lucia. L’auspicio è quello che si possa aprire un tavolo istituzionale attraverso il discutere analiticamente della questione. La vicenda dei lavoratori si inquadra nel quadro più generale del riordino dei servizi idrici che in Campania ha visto la ripartizione in ambiti territoriali ottimali e l’affidamento dei servizi idrici alla Gori per quanto riguardo l’Ato 3. Ed è proprio questo il punto: il passaggio al nuovo gestore, anche di questo impianto come di altri, che non si comprende perché non avvenga. Nelle more pare si sia creata una situazione di incertezza con la Regione che sembra non aver previsto nemmeno la copertura economica in bilancio per il funzionamento della struttura di via Arno proprio in virtù del passaggio di consegne. Indiscrezioni che naturalmente nei prossimi giorni andranno confermate. Nel frattempo, i titolari della Gemis affermano di aver retto fino a che hanno potuto garantendo gli stipendi pagati fino a qualche mese fa, solo grazie a risorse proprie in attesa che dalla Regione qualcosa di sblocchi. Ma fino ad oggi nulla. Nel mezzo ci sono loro, i lavoratori che pur comprendendo le ragioni di tutti chiedono semplicemente che siano ascoltate da chi di dovere anche le loro. Del resto essere pagati per il lavoro che si svolge non è richiesta così strana anche al di là di qualsiasi riassetto del servizio idrico nel suo insieme. La speranza è che dall’incontro di martedì possano emergere elementi più precisi ed una luce in fondo al tunnel per la soluzione della vertenza.