Nola, “i conti non tornano”: il Comune rischia un nuovo default. La mancanza di personale la difficoltà maggiore

Nola – La tenuta dei conti del Comune di Nola è ancora in “zona rossa”. La situazione economico – finanziario non accenna a migliorare, anzi per molti versi può dirsi aggravata. E lo scenario che potrebbe delinearsi, se non si inverte la “curva negativa”, è quello di un nuovo default che potrebbe materializzarsi tra qualche anno, nonostante la dichiarazione di dissesto di solo un anno fa.

A mettere in allarme l’amministrazione comunale non è una voce da “Cassandra”, ma una relazione degli uffici del settore finanziario.

Ad oltre un anno dalla delibera di dissesto, si sottolinea nel documento, poche delle azioni programmate per risalire la china sono state realmente attuate. E questo anche a causa di una serie di difficoltà di carattere oggettivo.

RITARDI NELL’ATTUAZIONE DEL PIANO DI SALVATAGGIO DEI CONTI

Tra le iniziative mancate, vi è quella di dare attuazione all’ esternalizzazione del servizio di riscossione motivata dalla strutturale e grave carenza di personale all’interno dell’attuale pianta organica, ridottasi a causa dei progressivi pensionamenti a cui non sono seguite altrettanti assunzioni.

Ed il vero vulnus del “profondo rosso” delle finanze dell’ente è dovuto, essenzialmente, dall’incapacità di incasso per il sottodimensionamento, ormai cronico, degli uffici comunali.

Diversi gli ostacoli incontrati lungo il percorso, come la difficoltà a bandire la gara per l’affidamento. Un ulteriore rallentamento – si legge ancora nella relazione – si è avuto con l’impasse di carattere politico dovuta dal rimpasto della giunta,

“Nelle more si è provveduto ad affidare un servizio di supporto all’ufficio tributi: una scelta per evitare la prescrizione degli atti, scongiurando così ulteriori perdite nel bilancio. Ma tutto questo apparre evidentemente una semplice “toppa” che non risolve il problema.

Irrisolto il contenzioso TARI con le imprese

L’altro fronte scoperto – che contribuisce all’anemia delle casse comunali – è quello relativo dell’irrisolto contenzioso sulla Tari con le realtà imprenditoriali del Cis – Interporto – Vulcano Buono. Da anni il comune è costantemente risucchiato nelle sabbie mobili di un giudizio alimentato dagli operatori economici che eccepiscono come nelle aree in questione non venga espletato il servizio di raccolta dei rifiuti. Una situazione che compromette la riscossione della Tari che per il solo 2020 ammonta a oltre 9 milioni di euro.

La somma oggetto del contenzioso è estremamente rilevante e richiede la massima attenzione per poterla “spuntare”. L’ente, a fasi alterne, solo parzialmente ne esce vittorioso con la condanna del ricorrente al pagamento del solo 40 per cento della cifra pretesa dal Comune. La questione, nonostante la sua assoluta importanza, pare, però, non venga affrontata in maniera “organica, decisiva, risoluta”. 

Inviate le controdeduzioni alla commissione ministeriale per l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato

Nel frattempo, sono state inviate le controdeduzioni alla commissione ministeriale che ha eccepito, con una lunga serie di osservazioni, la mancata approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato. In teoria per la risposta potrebbero occorrere anche 120 giorni: l’infausto 2020 sembra avviarsi alla conclusione con un esercizio finanziario provvisorio che stanno mettendo a dura prova la resistenza

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