Nola, domiciliari per Giuseppe Romano

Nola – Arresti domiciliari per Giuseppe Romano. La decisione è stata assunta dal tribunale del Riesame che ha accolto le eccezioni sollevate dai difensori Giancarlo Biancardi e Paola Guarino. Romano, alcuni giorni fa era stato destinatario di un provvedimento di misura cautelare in carcere. Su di lui pende l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. I fatti risalgono a circa un anno fa. Romano avrebbe colpito alla tempia con una roncola il titolare della ditta incaricata, dal proprietario del terreno di cui è affittuario, a demolire una base di cemento su cui precedentemente insisteva  una struttura utilizzata da Romano come deposito. Il proprietario del fondo avrebbe più volte sollecitato la demolizione dell’opera, visto che il comune di Nola l’aveva dichiarata abusiva. Sollecitazione che mai raccolta dall’aggressore. Proprio per questo il proprietario del fondo, circa un anno fa, si ha incaricato una ditta. Secondo la ricostruzione dell’accusa alla vista degli operai il Romano avrebbe urlato “Tu non sai chi sono io!Io appartengo ai Fabbrocino”, colpendo con una roncola il titolare dell’ impresa. Ma la tesi portata avanti dalla difesa ha evidenziato come il Romano, rinchiuso nei giorni scorsi nel carcere di Secondigliano, non avrebbe mai speso il nome dei Fabbrocino e che le ferite riportate dalla vittima, guaribili in soli due giorni come riportato dal referto medico, non sarebbero assolutamente compatibili con i colpi di una roncola. Gli avvocati Biancardi e Guarino hanno altresì contestato il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, visto che la reazione del Romano sarebbe dovuta unicamente al fatto che avrebbe voluto egli stesso scegliere la ditta che doveva eseguire l’abbattimento, considerato che le spese erano a suo carico. Nei prossimi giorni si attendono le motivazioni del Tribunale del Riesame che ha disposto la scarcerazione e la detenzione ai domiciliari del Romano

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