Nola, Consiglio comunale: mozione dell’opposizione sulla sede dell’Università. Trinchese “C’è in gioco il futuro della città”
Nola -Dopo le festività natalizie, l’ aula consiliare è pronta a riaprire le porte per la prossima seduta di domani, lunedì 11, alle ore 11.00.
Al centro dei lavori dell’ assemblea, la prima del nuovo anno, convocata dal presidente Salvatore Notaro, su richiesta dell’ opposizione, la spinosa questione della sede dell’università Parthenope che ha aperto in città un ampio dibattito.
Alla vigilia del Consiglio comunale dal suo account facebook, il consigliere di opposizione, Cinzia Trinchese, sottolinea l’importanza della seduta.
Ma al momento è stata già prescelta dall’università una zona (suolo privato) a ridosso dell’ ospedale che deve ricevere l’ok dagli uffici preposti.
Si arriva a questo importante Consiglio comunale per verificare la possibilità di riconsiderare l’ipotesi in campo. L’assise, tra l’altro, giunge dopo che l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gaetano Minieri, ha favorito un incontro in videoconferenza tra il “Movimento civico per Nola e i vertici dell’università. In quell’occasione il rettore Carotenuto ha evidenziato il percorso che ha portato all’individuazione dell’area prescelta – dopo il sopralluogo di diverse location e a seguito di una manifestazione di interesse – ritenuta congrua alle rinnovate esigenze dell’edilizia universitaria che prevede la realizzazione di una sede ex novo e non il riadattamento di strutture esistenti. Inoltre è stato sottolineato il valore del fattore tempo, visto che il finanziamento del progetto prevede un completamento entro 24 mesi.
“Domani alle 11, ci sarà un importante Consiglio Comunale, in cui proporremo al Sindaco e ai Consiglieri tutti, di votare la delibera da noi proposta, e compartecipata da numerose associazioni nolane, ovvero di indirizzare l’Universita’ Parthenope a scegliere, come sito per la nascente sede universitaria, il centro cittadino e precisamente l’area delle “ex Casermette”, di proprietà comunale, alle spalle della Caserma Cesare Battisti, adiacente al centro storico, ben servita da parcheggi, e vicina alla stazione ferroviaria e su gomma, che eliminerebbe immediatamente lo stato di degrado e di abbandono dell’area. E’ una opportunità irripetibile per Nola, in una visione futura di sviluppo non solo economico, ma anche culturale e sociale. Un appello alla responsabilità di ognuno. La politica passa. La mancata programmazione inciderà negativamente sul futuro della nostra città”
Qual è la posizione dell’amministrazione comunale?
In più di un’ occasione, il sindaco Minieri, ha evidenziato come la linea guida sia quella di non interferire con le scelte dell’ateneo, seppur sottoponendo ai suoi rappresentanti tutte le opzioni presenti sul territorio. Ricerca, soprattutto di strutture pubbliche, che è stata fatta prima della manifestazione di interesse.
L’opposizione dal canto suo ha fatto propria la posizione del Movimento per Nola che punta su un’ ubicazione più vicina al centro storico, in primo luogo quello delle Casermette di piazza D’Armi (nell’area del ex caserma Cesare Battisti). Questo per rivitalizzare l’ormai agonizzante cuore antico della città ed anche in considerazione di maggiori servizi presenti nella zona proposta come alternativa.
MAGGIORANZA RISICATA – Ma il Consiglio comunale di domani rappresenterà anche un “banco di prova” per la maggioranza, su un tema che già di per sé è trasversale, visto che riguarda il futuro della città. Maggioranza che si sostiene su un equilibrio molto precario e con numeri appena sufficienti per deliberare. Sarà poi interessante verificare – anche in questa occasione – come voterà il duo Verani – Notaro che nonostante si siano dichiarati appartenenti al “Gruppo misto di maggioranza” , nell’ultima assise, si sono astenuti su tutti gli ordini del giorno.
La tenuta della coalizione di governo, dopo le continue fuoriuscite, è appesa ad un filo, ed il problema è capire quanto a lungo si potrà andare con la maggioranza solo di un voto.
Lo spettro di nuove elezioni è sempre dietro l’angolo, ma se la tenuta dovesse resistere fino al 24 febbraio la finestra per le urne scatterebbe solo l’anno prossimo. Possibili scioglimenti del Consiglio, oltre questa data, porterebbe ad un lungo commissariamento. Una circostanza che va tenuta in debita considerazione, qualunque siano le scelte da porre in essere.