Nola. Clan Di Fiore-De Falco alla sbarra
Processo bis per i boss
Pasquale Di Fiore e Impero De Falco e per 16 affiliati al potente sodalizio
criminale operante nei territori di Acerra e Marigliano. Il Procuratore
Antimafia di Napoli, Vincenzo d’Onofrio ha notificato lo scorso 5 giugno un
avviso di>conclusione di indagini e chiesto un nuovo processo nei
confronti della spietata struttura criminale. Alla sbarra: Pasquale Di
Fiore, Impero De Falco, Carmine Afelba, Erminio Crisci, Elvira De Falco,
Domenico Delli Paoli, Antonio Di Fiore, Francesco Di Matteo, Francesco
Esposito, Sebastiano Franzese, Antonio Papa, Vincenzo Papa, Salvatore
Romano, Aniello Scudiero, Gaetano Sorrentino, Giovanna Terracciano,
Vincenzo Terracciano. Il processo dovrà ricominciare daccapo dopo la
sentenza della corte di appello di Napoli che dichiarato nullo di verdetto
di primo grado emesso dal Tribunale di Nola. Un errore che ha costretto la
Procura Antimafia di Napoli ha ripartire da zero e chiedere nuovamente il
giudizio per capi, affiliati e fiancheggiatori del potente sodalizio
criminale che agli inizi degli anni 2000 ha spadroneggiato nell’hinterland
nolano dando vita alla sanguinosa faida con i rivali del clan Mariniello e
Tedesco. I diciotto imputatati dovranno rispondere di una sfilza infinita
di reati che vanno dall’associazione a delinquere di stampo camorristico al
traffico di armi. Dalle estorsioni all’usura. Le indagini del pool
dell’antimafia di Napoli hanno ricostruito in modo chiaro lo scenario di
guerra inaugurato agli inizi degli anni 2000 con l’arrivo sul territorio
acerrano del clan Di Fiore- De Falco. La cruenta guerra di sangue con le
vecchie famiglie camorristiche Mariniello e Tedesco. Al centro delle
indagini c’era però il disegno di una strage ai danni del clan rivale: le
intercettazioni telefoniche hanno messo in luce questo progetto criminale,
che doveva essere portato a termine ai danni di Antonio Mariniello,
accusato dell’omicidio nel 2006 del capoclan Ciro De Falco, detto “Ciomm”.
La sua famiglia voleva vendicarlo e dopo un agguato fallito aveva in animo
di far saltare in aria col tritolo l’abitazione del boss rivale: un disegno
criminale, che se attuato, avrebbe potuto comportare la morte di 15
persone. Ad organizzare questa folle strage, sventata dalla Dda, erano
stati tutti i componenti della famiglia del boss De Falco: suo figlio
Impero, già al centro del traffico di stupefacenti, il genero Pasquale Di
Fiore, la moglie Giovanna Terracciano e la figlia Elvira De Falco. La
presenza molto forte delle donne nell’organizzazione criminale.
Un’espansione criminale segnata da una serie di attentati e agguati a
discapito dei nemici. Le fasi di assestamento interno con spietati
regolamenti interni. È il caso della gambizzazione di un affiliato, Paolo
Delle Paoli, condotto da un commando criminale in una zona isolata e
colpito alle gambe con il martello. Al vertice della struttura criminale
due trentenni, Pasquale Di Fiore e Impero De Falco, figlio di Ciro, storico
boss acerrano, finiti in manette nell’operazione Congo del 2008 che ha poi
dato vita al processo che in primo grado si era concluso con condanne
pesantissime. Un errore ravvisato dai giudici della Corte di Appello di
Napoli ha rimesso tutto in discussione annullando verdetti e processi. Ora
si riparte con un nuovo processo.
di Pasquale Napolitano