Nola, cardiopatico resta in carcere: la famiglia lancia l’appello

Nola –  Cardiopatico cronico, resta senza una cura adeguata in carcere. Si teme per la sua vita. E’la vicenda di Vincenzo Bianco 66 enne di Nola, ma nato a Mugnano del Cardinale. L’uomo è detenuto dal giugno di quest’anno e deve scontare una pena di tre anni e otto mesi di reclusione oltre che di 400 euro di multa per bancarotta fraudolenta e ricettazione.

La famiglia è seriamente preoccupata per le sue condizioni di salute che sin dall’inizio si presentavano incompatibili con il carcere. Ma l’istanza presentata dall’avvocato Mariafranca Tripaldi per richiedere l’espiazione della condanna ai domiciliari è stata respinta dal Tribunale di Sorveglianza.

Eppure il quadro clinico generale sembra restituire una situazione di una certa gravità perché parliamo di un soggetto affetto fa una cardiopatia ischemica cronica e già sottoposto a intervento chirurgico con ben quattro by pass impiantati nel 2011 e la ricostruzione aortica.

L’avvocato Tripaldi per nome e conto della famiglia di Bianca prova, dunque, a lanciare un appello affinché chi di dovere riconsideri meglio il caso. Esaurite tutte le procedure non resta che la pressione mediatica. Occorre fare presto. Bianco non può restare ancora in carcere, ma soprattutto deve riprendere una cura appropriata. Questo il senso delle parole dell’avvocato Tripaldi. I toni preoccupati, del resto, sono giustificati visto che le condizioni dell’uomo che da mesi non viene sottoposto ad un elettrocardiogramma, peggiorano vistosamente.

I medici del carcere con relazione dello scorso mese di agosto pur evidenziando la necessità di sottoporre il paziente ad una visita specialistica cardiologica, con ecocardiogramma da eseguirsi presso la struttura esterna, concludevano in ogni caso affermando la non sussistenza dell’imminente pericolo di vita del detenuto. Una valutazione che ha avuto come conseguenza il rigetto da parte della difesa dell’istanza di conversione della detenzione in carcere a quella ai domiciliari.

Va evidenziato che Bianco non può assumere tutti i farmaci necessari per una cura appropriata, visto che non sono tra quelli autorizzati dal regolamento. E di recente gli è stata anche vietata l’assunzione della Cardioaspirin.

Ma l’aspetto più inquietante è che i sanitari della struttura penitenziaria abbiamo decretato la non gravità delle condizioni di salute di Bianco, prima ancora di sottoporlo alle visite specialistiche prescritte nella relazione del 6 agosto. Una circostanza che secondo la difesa rende inattendibile la diagnosi formulata, stante l’incompletezza del quadro clinico. C’è anche da dire che dall’inizio della sua detenzione Bianco è stato sottoposto ad uno solo degli esami prescritti.

Una vicenda che tra complessi passaggi burocratici sta mettendo in serio pericolo una vita umana. E’ questa la preoccupazione della famiglia. E la recente visita medica di parte da parte della dottoressa Maria Amitrano non fa altro che aumentare i timori. Nella sua relazione l’Amitrano scrive di un aggravamento del quadro clinico, in particolare di un dimagrimento di 13 kg, considerato che il peso all’ingresso era di 79 kilogrammi ed attualmente è di 66,5. Ed ancora ipotonia muscolare oltre che di episodi notturni di costrizione alla gola con dolore mandibolare. Nella cartella clinica risulta poi una richiesta di approfondimento diagnostico con Ecocardiogramma che il paziente non ha mai praticato per disguidi tecnici presso le opportune strutture di competenza. Circostanze che non fanno altro che riacutizzare la cardiopatia ischemica che mette in pericolo la vita del paziente. La speranza è che l’appello venga raccolto da chi di competenza.

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